REGGIO CALABRIA – Ha senso ancora oggi, a distanza di quasi 70 anni, ricordare quell’indimenticabile giorno in cui l’Italia fu liberata? Noi riteniamo di rispondere a questa domanda in senso assolutamente positivo. In primo luogo per ricordare a tutti – purtroppo c’è ancora bisogno – che quel 25 aprile l’Italia fù definitivamente liberata dal nazi-fascismo. Due parole, due filosofie omicide, due mostri dell’umanità che hanno provocato un genocidio di massa; che hanno segnato un’epoca di discriminazione razziale, che hanno causato l’interruzione per un ventennio della democrazia, della libertà di parola, di stampa, di opinione; due parole che, per fortuna, grazie alla resistenza partigiana sono state sconfitte. In secondo luogo, è bene ricordare il 25 aprile per ricordare a tutti che grazie a quel gruppo dirigente che è sorto dalle lotte partigiane, l’Italia è diventata un modello di democrazia e di civiltà. Un modello di società che ha le sue basi profonde nella Costituzione Italiana approvata subito dopo la liberazione (1948) e voluta dai padri della Repubblica; cioè da quegli uomini e donne che fino a poco tempo prima erano i leader della resistenza e poi si sono trasformati nella migliore classe dirigente del nostro paese; forti di quei valori e di quegli ideali di libertà e di democrazia che poi hanno trasfuso nei principi costituzionali. E’ bene ricordare quel giorno perché, oggi che quelle generazioni non ci sono più, possiamo tramandare ai nostri figli gli ideali ed i principi che noi abbiamo ricevuto. E’ un dovere per noi tramandare e diffondere la memoria storica ed il valore di quei partigiani che con la loro vita hanno ridato agli italiani la libertà. E’ bene ricordare quel giorno perché, purtroppo, grazie anche a riforme scellerate, la scuola non riesce spesso ad essere strumento adeguato di conoscenza dei valori e principi costituzionali. E’ bene ricordare quel giorno perché ricordare a tutti il senso ed il valore dei principi costituzionali che nell’ultimo decennio, grazie a scellerate scelte adottate da una classe dirigente cieca e bieca sono stati mortificati e limitati nell’ultimo decennio. Noi, che comunque abbiamo sempre ricordato il giorno della Liberazione, quest’anno abbiamo accettato l’invito dell’Anpi di condividere il ricordo insieme a tutte le forze politiche ed i movimenti di sinistra e democratici. Abbiamo accettato con piacere l’invito a questo ricordo comune, perché rappresenta un’occasione importante di unità; di unità della sinistra che noi stiamo perseguendo con forza e determinazione perché siamo convinti che una sinistra unita e forte costituisce il viatico necessario per ridare slancio a due parole spesso molto usate ma poco praticate: civiltà e democrazia e per abiurare altre parole spesso non pronunciate, ma purtroppo praticate: discriminazione, privazione di libertà, violenza, intimidazione, emarginazione, convinti che quei valori possono costituire il terreno fertile per una rinnovata battaglia unitaria e condivisa. Noi saremo perciò, con l’Anpi, il 25 aprile alle ore 10,00 alla Stele del Partigiano (Villa Comunale) per rinnovarela Festadella Liberazione. Invitiamo a partecipare tutti; sperando che i tanti che sicuramente saranno con noi potranno essere testimoni umani di un rinnovato vigore di quei simboli e di quelle idee che ci appartengono e che speriamo appartengano al patrimonio genetico dell’umanità intera: la democrazia e la libertà.