REGGIO CALABRIA – Ricordare le vittime del genocidio nazista e non dimenticare di lottare per chi ancora oggi, soffre e muore a causa di malattie, privazioni e guerre. Nella Sala Concerti “G. Scopelliti” del Conservatorio di musica “F. Cilea” di Reggio Calabria, si è tenuto il Concerto della Memoria dal titolo “Per non dimenticare”, una rassegna di brani, eseguita da una Ensemble di musicisti del Conservatorio, diretti dal maestro Gian Rosario Presutti, che hanno toccato l’anima dei presenti, in un mix di emozioni scaturite nell’ascolto delle note, a volte gravi, a volte struggenti, dei singoli componimenti. All’interno di questo contesto, e non senza emozionarsi per l’atmosfera creata dalla musica, non si è potuto non ricordare la missione che il Kiwanis ha in atto per salvare, attraverso il progetto “Eliminate” in collaborazione con Unicef, milioni di bambini e madri che ancora oggi, ogni nove minuti, muoiono per la mancanza di vaccinazione dalla terribile malattia. Ecco dunque che il titolo del concerto, “Per non dimenticare”, ha potuto facilmente coniugare un passato di dolore con un presente che per molti non può essere domani, accomunando gli sforzi di tutti i presenti alla serata, per donare la vita quale diritto imprescindibile dall’uomo.
Un vivo ringrazimento è stato quindi espresso al direttore del Conservatorio, Franco Barillà ed alla presidente, Concetta Nicolosi, per aver voluto estendere al Kiwanis Club “Reghion2007”, rappresentato in tale occasione dalla presidente Tiziana Cannatà e dall’Immediato Past Presidente, Vincenzo Malacrinò, l’invito alla partecipazione ed alla divulgazione dei valori kiwaniani. Il programma delle esecuzioni ha spaziato da musiche note anche al grande pubblico, come la musica che ha fatto da colonna sonora del film Mission del maestro Ennio Morricone, ad altre più per appassionati e cultori della muica classica come il Kaddish di Ravel, componimento ispirato alla preghiera recitata con amore e venerazione nel corso dei secoli, che ha sempre sottolineato la volontà del popolo ebraico di mantenere vivo il proprio caratteristico ed essenziale dialogo con Dio anche e soprattutto nei momenti di lutto e dolore. Per finire poi con le note dolci e romantiche della Serenata di Schubert, che hanno lasciato, nel cuore di ciascuno un sentimento di speranza di un mondo migliore per tutti e di profonda compassione per il grande sacrificio della Shoah.