REGGIO CALABRIA – Dopo anni di lunghi silenzi, leggo con piacere le dichiarazioni di parte del Pd calabrese e dei sindacati Cgil e Filt-Cgil, che finalmente si uniscono alle arcinote dure prese di posizione da parte del sottoscritto che ormai da anni continua a contestare le profetiche bugie del dr. Ciucci propinateci da quando lo stesso è presidente di Anas spa. Dichiarazioni, annunci e proclami, ricordate? “l’A3 sarà finita nel 2013”. Vuote enunciazioni puntualmente smentite dal tempo. Con la fine dei lavori che inesorabilmente viene fatta slittare di anno in anno. Adesso, stando a quanto dichiara Anas, sarebbe addirittura colpa della crisi? La scusa è bella e buona. Semmai in crisi pare essere il repertorio delle bugie di Ciucci & Co. che stanno mettendo a dura prova la pazienza dei Calabresi. Questa volta però sembrano essersene accorti tutti perché l’arroganza con cui si è insistito con l’ennesima promessa vana di chiudere tutti i cantieri aperti entro quest’anno, quando già da diverso tempo tutti sapevano che era praticamente impossibile, è veramente insopportabile. E’ quanto dichiara in una nota Nino Foti.
Non bastano infatti, continua Foti, i disagi che quotidianamente vive chi si trova a dover percorrere incolonnato in una sola corsia decine di chilometri, tra rallentamenti e deviazioni; non bastano i danni di immagine, di credibilità e gli sberleffi che dobbiamo sopportare per via dell’infinito prolungarsi di una vicenda che sa tanto di sprechi e malgoverno; ci mancava anche il costante tentativo di raggiro che l’Anas e il suo presidente rifilano ai calabresi illudendosi ancora che gli stessi possano crederci. In questi anni ho seguito molto da vicino la vicenda, anche in qualità di componente della Commissione Trasporti alla Camera, prosegue la nota, e più volte ho mostrato la mia indignazione leggendo sempre le stesse assurde storie. Sin dal 2009, ho espresso le mie obiezioni alle bugie del presidente Ciucci, mettendo addirittura in guardia anche il presidente Berlusconi quando fu invitato a partecipare alla cerimonia di abbattimento del diaframma della galleria di Barritteri a Seminara. Fortunatamente per lui Berlusconi non partecipò a quella cerimonia risparmiandosi quantomeno l’imbarazzo di trovarsi suo malgrado a brindare ad un’eterna incompiuta dopo aver viaggiato su una sola corsia e senza percorsi alternativi prima di poter prendere parte alla “festa”.
Nel corso dell’intera legislatura ho sempre continuato a contestare il modus operandi e l’“onestà intellettuale” del presidente dell’Anas che come un mantra andava ripetendo che “alla retorica e alle polemiche avrebbe risposto con i fatti”, ma i fatti poi non si son visti. In ultimo ho sottoposto la questione dell’A3 anche all’attenzione dell’attuale presidente del Consiglio Letta, spiegando perché proclami come “L’A3 sarà pronta nel 2013” oppure “Entro fine luglio sarà pronta una tratta e per il dicembre di quest’anno la Salerno-Reggio Calabria sarà ultimata” e ancora “paghiamo con 18 anni di ritardo un atteggiamento di rassegnazione tipico della Regione, quando invece se fosse successo in Lombardia con la Bergamo-Milano sarebbero scesi in piazza pendolari e associazioni” erano e sono assolutamente inattendibili. A rispondere però è stato lo stesso presidente di Anas Ciucci, sostenendo ancora una volta di poter “confermare l’obiettivo già annunciato tre anni fa di chiudere tutti i cantieri entro fine d’anno anche se mancano ancora i finanziamenti per 58 chilometri a sud di Cosenza”. Peccato che fossimo già a Maggio e che l’assurdità di quanto sostenuto era sotto gli occhi di tutti. Non intendo commentare però l’ultima nota di replica dell’Anas, nella quale si da la colpa a questa o a quell’altra impresa che per via della crisi non è riuscita a portare a termine il proprio lavoro. Mi astengo dal dare credito a chi si ostina ancora a difendere l’indifendibile. Mi preme comunque puntualizzare alcuni aspetti. E’ bene specificare ad esempio, per dovere di cronaca, che i 340 milioni di euro previsti dall’ultima legge di stabilità per i lavori sull’A3, di cui parla l’Anas dopo averli sbandierati ai quattro venti come un trofeo insieme alla nostra Regione, sono relativi ad un finanziamento triennale, 50 milioni di euro per il 2014, 170 per il 2015 e 120 milioni di euro per l’anno 2016 e serviranno solo per il completamento di una parte del quarto macrolotto dell’A3. Vale a dire dell’area compresa tra il viadotto Stupino e lo svincolo di Altilia, poco più di 5 chilometri e mezzo, a fronte degli ormai famosi 58 chilometri di autostrada dove sono previsti interventi in fase di progettazione, o già progettati secondo l’Anas, ma non ancora finanziati, e per il completamento dei quali, lo ricordo a scanso di equivoci servono 3 miliardi e 100 milioni di euro. Una goccia in un mare che sembra sconfinato ma che viene ancora una volta “venduta” in modo truffaldino come un passo importante verso una conclusione ormai vicina.
Chissà invece quanti anni ancora dovremo attendere e quante relative finte promesse al seguito dovremo sorbirci per veder conclusa per davvero un’opera che quando sarà completata avrà comunque ben poco in comune con quelle infrastrutture, comode e sicure, a tre o più corsie con tanto di corsia d’emergenza che la Calabria e i calabresi meriterebbero, e non solo per tutta la pazienza avuta fino ad ora. Vi è poi una particolare e oscura vicenda conclude Foti, figlia della peculiarità tutta italiana di chiamare Salerno – Reggio Calabria un’ autostrada, che diversamente da quanto previsto in origine, non conclude il suo percorso direttamente a Reggio Calabria ma si ferma a Campo Calabro. Mi auguro che le autorità preposte ci aiutino per il bene della collettività a fare chiarezza, visto che più volte ho chiesto spiegazioni in merito ai diretti interessati senza mai avere risposta. Nè sulla ratio alla base di questa decisione nè tantomeno su quale fine abbiano fatto i soldi risparmiati da quella variante dei lavori previsti per quel tratto che da Scilla doveva arrivare alle porte della città di Reggio Calabria ma che in realtà lì non ci arriverà mai. Credo però che sia giunta l’ora che chi di dovere risponda. Chi ha letteralmente “sottratto” i soldi allo sviluppo della nostra città? A che cosa sono serviti? Di chi sono le responsabilità per quanto è accaduto? Ci faranno forse credere che tutto è stato fatto per risparmiare tempo e consegnare prima i lavori? Può essere, perché si sa, mai come in questi casi, il tempo è denaro.