E’ MORTO RENATO NICOLINI, da tutti conosciuto come l’inventore dell’Estate romana. Architetto, intellettuale, era il lontano 1977 quando, a soli 35 anni, ricoprì la carica di assessore alla Cultura al Comune di Roma con sindaco il grande storico dell’arte Giulio Argan. E lo ha onorato questo incarico. Altri tempi, si potrebbe dire! Ma non è una considerazione legata ad una comune ed insignificante nostalgia per il passato, perché è sempre avanti che bisogna volgere lo sguardo. E’, semmai, una riflessione sull’imitazione della trovata di Nicolini, quella cioè di una città che, durante i mesi estivi, da deserto urbano, si trasformava in città viva, pullulante di iniziative culturali valide ed anche divertenti oltre che aggreganti. Questa sua trovata ebbe effetti positivi all’epoca, tale era la novità e la qualità, tanto da essere esportata in moltissimi comuni italiani che, ancora oggi, fanno a gara tra loro su nomi ed eventi dei programmi per l’estate.
All’epoca dell’assessorato Nicolini non mancarono le polemiche, prevedibili ed inevitabili, considerata la rilevante portata innovativa. Qualcuno parlò addirittura di trionfo dell’effimero, fino a definire la politica di Nicolini, poi però in senso nuovo e non certo spregiativo, dell’”effimero”. Anche le parole hanno un’epoca: effimero degli anni ‘70/80, effimero degli anni 2000! Che differenza! L’effimero, che dura solo un giorno, che non lascia tracce, che serve all’assessore di turno per la propria gloria, che è proprio dei nostri giorni, non interessava a Nicolini, che invece perseguiva obiettivi sociali e culturali, non il successo personale o il divertimento senza anima, senza capacità proiettiva e duratura. L’effimero di Nicolini era divulgazione culturale, aggregazione, divagazione, tanto importanti in un momento storico di dolore e paura dopo il buio degli anni della tensione. L’effimero degli anni successivi : la peggiore imitazione della trovata geniale di Nicolini che si potesse fare. Certo, tra i programmi estivi degli ultimi vent’anni soprattutto, si sono visti spettacoli ed eventi di qualità, ma anche e soprattutto tanti tanti altri sui quali è meglio stendere un velo pietoso.
D’altronde, mi si dirà, questi sono i tempi! I tempi del mito dell’apparire più che dell’essere. Ed allora, profluvi di passerelle di moda, di miss, di grottesche e pietose esibizioni di pseudocantanti, pseudoattori, pseudomodelle, pseudoballerini… Ma lasciamolo stare Nicolini, lui non c’entra nulla con tutto questo. Adesso non c’è più e, proprio per ricordarlo ed onorare la sua memoria, quale migliore cosa di riflettere sul significato di politica effimera nel senso che lui ha voluto dare?
3 commenti
Giuseppe Antonio Martino
5 agosto 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Ha portato la cultura nelle piazze. La sua idea originale è stata poi copiata male, ma chi ha vissuto quei momenti (io ero appena laureato e vivevo a Roma) sa che le piazze più belle della Capitale si erano trasformate in luoghi di spettacolo, dibattiti, di incontri. Tante imitazioni … ma quella esperienza è rimasta unica!
salvatore albanese
5 agosto 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
RIP grande prof ! mi rimarranno x sempre i bellissimi commenti della tesi !!!! con la speranza ke anke i politici prendano esempio da 1 grande uomo- prof- architetto- politico !! grazie d tutto !!! $@!
fabio cuzzola
6 agosto 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
è stato venticinque anni docente alla Mediterranea e mai nessuno che lo abbia coinvolto per progetti calabresi…..rammarico.