REGGIO CALABRIA – Non ha pace chi ha a cuore il bene comune. Lo dimostra l’ennesimo e infame atto subito da Roberto Lucano, figlio di Mimmo, il sindaco di Riace conosciuto e stimato in tutto il Paese per la piccola grande rivoluzione compiuta nel Comune jonico. Il giovane stava portando a spasso i suoi cani in una strada pubblica quando un uomo lo ha aggredito verbalmente e fisicamente, rivendicando una sorta di diritto mafioso sul quartiere: “Non puoi passare da questa strada, perché qui comando io. Con un pugno ti ammazzo”. Sono parole che sembrano provenire da epoche perdute, che ricordano tristemente i bravi manzoniani e lasciano interdetti con tutta la loro brutale prepotenza. Pare che l’aggressione subita dal figlio di Lucano sia avvenuta senza altro motivo che la difesa di una autorità mafiosa. In un territorio come il nostro, infatti, sempre vessato dal potere devastante della ndrangheta, una politica sempre all’insegna dell’accoglienza, della legalità e del riscatto sociale come quella portata avanti da Mimmo Lucano disturba e innervosisce la malavita.
Già in passato, la famiglia di Lucano era stata oggetto di atti intimidatori (uno dei cani di Roberto era stato avvelenato), e recentemente una lettera intrisa di odio razziale è stata ricevuta dal comune, che costituisce un esempio internazionale di integrazione e solidarietà. Pochi giorni fa, il nuovo gesto scellerato. Ma il sindaco non arretri e non si lasci intimidire, anzi continui con tutta la sua forza la grande opera di civilizzazione condotta fino a oggi: noi gli siamo vicini e il territorio, nella sua parte più sana e assetata di riscatto, saprà stringersi attorno a Mimmo Lucano e alla sua famiglia.