• Al via la fase congressuale del Partito Democratico. Il circolo di Polistena sostiene la candidatura di Seby Romeo
    Giallo sull'indicazione per Pittella, smentita dal segretario Varamo: "Spedita per errore una bozza non emendata"
    22/10/2013 | Pino Varamo, segretario del Pd di Polistena | Comunicato

    POLISTENA - Il gruppo dirigente del Partito democratico si è riunito per effettuare una prima valutazione sulla stagione congressuale appena aperta e per predisporre tutte le iniziative necessarie per il coinvolgimento degli iscritti, dei militanti e dei simpatizzanti a siffatto importante evento. Questo fondamentale appuntamento per la vita democratica ed il rilancio del partito si svolgerà in tre fasi distinte e separate; nella prima fase si terrà il congresso provinciale, al quale seguirà il congresso nazionale e successivamente il congresso regionale. E’ indispensabile, in questa fase di riflessione, capire quale è l’idea di partito che vogliamo e su questo impegnare le nostre forze per far sì che questa idea di Partito possa essere prevalente. Dobbiamo costruire un modo di essere del Partito su due concetti fondanti: comunità e individuo. I militanti, i cittadini pretendiamo, probabilmente con una spinta in più rispetto al passato, essere protagonisti, metterci nome e faccia senza delegare, provare l’ebbrezza della partecipazione attiva per essere, a pieno titolo, parte di una comunità.

     

    Assumiamo l’impegno di organizzare un partito che in futuro non abbia “né padrini né padroni”, che torni a fare politica, che sia in grado di dare risposte credibili alla gente che ha perso la fiducia e, non riconoscendosi più in un parlamento di “nominati”, sfoga la propria rabbia con il voto di protesta e contro i partiti dobbiamo invece iniziare a far sentire la nostra presenza politica sul territorio, essere i portavoce delle giuste istanze dei cittadini, dei lavoratori della gente comune. Fino ad oggi il Pd a tutti i livelli, dal nazionale al regionale al provinciale al comunale, non è riuscito ad intraprendere un percorso unitario, non c’è stato un confronto – scontro che facesse rinascere lo spirito di appartenenza al Pd La nostra identità ed il nostro futuro non potranno, ne dovranno, essere riconosciute attraverso slogan, il problema non si risolve dichiarandoci più di sinistra o di centro, anche se hanno comunque una valenza fondamentale per sapere chi siamo, ma dobbiamo dimostrarci capaci di agire per la gente e con la gente.

     

    Ovvio, però, che la nostra caratterizzazione riformista, di centro sinistra, dovrà essere chiara e non potrà più confondersi con quella della mera conservazione, del centro destra. Non possiamo, quindi, disperdere l’occasione che il congresso, ai vari livelli, ci offre; chiunque diventerà il segretario nazionale avrà innanzitutto una responsabilità collettiva è dovrà dimostrare l’intelligenza e la consapevolezza che indietro non si torna. Il Pd non dovrà essere il luogo dello scontro personale, ove ognuno si afferma per la radice culturale e storica da cui proviene: dobbiamo diventare democratici e basta. Proviamo ad approfondire il concetto di volontariato attivo: non si è volontari solo per allestire i gazebo ma lo si può e lo si deve essere anche per contare, per aprire una vertenza o per chiedere una consultazione su temi importanti. Il partito, quindi, delle tante individualità che diventa comunità aperta alla società. Il partito che vogliamo è un partito di strada e non di palazzo, un partito semplice, e non formalista, un partito organizzato nei circoli e nei territori, un partito di bravi e non di raccomandati o “nominati”, un partito che vince e non che perde bene, un partito per gli italiani e non per il singolo, un partito del coraggio e non della paura, un partito del futuro e non della conservazione, un partito che cambia e non si lamenta, un partito dell’Europa dei popoli e non dell’Europa della finanza, un partito che parla di equità sociale, lavoro, sviluppo, ambiente, mezzogiorno, convivenza civile e lotta alle mafie ed alla corruzione, un partito senza correnti nel quale chiunque possa esprimere la propria opinione senza correre il rischio di essere etichettato ed emarginato.

     

    Pertanto, sul piano nazionale, ci si confronti sulle idee, sui progetti, sui programmi, su come costruire un Partito di donne e uomini capace d’incidere profondamente nel cambiamento della società odierna. Si lasci da parte, per il bene del partito e del paese, la voglia di leaderismo imperante e ci si concentri su come includere e non escludere, su come accogliere e non allontanare, su come comprendere e non contrapporsi sempre e comunque. Con queste premesse i compagni, gli amici, i simpatizzanti, sapranno individuare, per il momento storico e sociale che stiamo vivendo, la scelta migliore (Civati, Cuperlo, Pittella o Renzi), come segretario del Partito democratico italiano, che certamente saprà darà quella spinta in più, indispensabile e necessaria che tutti auspichiamo. E’ indubbio, però, che nella prima fase di “scrematura” delle candidature nazionali, riservata agli iscritti, non sarebbe fuori luogo ipotizzare, fermo restando che ogni amico e compagno è libero di esprimersi come meglio crede, un sostegno all’unico candidato meridionale, il riformista Gianni Pittella, che, oltre alle idee che esprime, è un nostro conterraneo.

     

    Il gruppo dirigente del circolo di Polistena ritiene, però, di non poter non stigmatizzare l’incomprensibile decisione, tutta calabrese, di non consentire, dopo tre lunghi, lunghissimi anni, lo svolgimento del congresso regionale, rinviando lo stesso a dopo il congresso nazionale. Una siffatta decisione non ha alcuna plausibile giustificazione, anche alla luce del regolamento che distingue e non lega tra loro le tre istanze congressuali (nazionale, regionale e provinciale). Ancora una volta bisogna constatare che i cosiddetti “maggiorenti” calabresi hanno saputo caratterizzarsi negativamente impedendo, con una contrapposizione meramente personale e non politica, indispensabile per collocarsi e/o ricollocarsi nello scacchiere del potere, anche attraverso funamboliche piroette che, un tempo, erano mero trasformismo. Infine, nel merito del congresso provinciale ed all’elezione del suo Segretario, mentre si disapprova il mancato coinvolgimento dei circoli, nonché, la mancata informazione sulle scadenze per la presentazione delle candidature, si prende atto che c’è una pluralità di opzioni (anche se ristretta all’area della città di Reggio) che può però garantire una scelta ponderata, che abbia come stella polare i bisogni dei cittadini della provincia e del Partito reggino.

     

    La provincia di Reggio ha bisogno di un Partito democratico organizzato che: approfondisca le trasformazioni che hanno caratterizzato l’ultimo decennio della società reggina, il malumore diffuso, il continuo impoverimento della base occupazionale – con particolare riferimento ai giovani, la marginalità su cui viaggia ormai l’agricoltura, l’incapacità di valorizzare le prerogative turistiche (mari, monti reperti archeologici), il progressivo decadimento del porto di Gioia Tauro, temi sui quali il Pd non è stato in grado d’intercettare alcuna delle istanze che provenivano e provengono dai cittadini; Ricostruisca un tessuto capillare di relazioni che veda protagonisti i territori, l’Alto ed il Basso Ionio, la città di Reggio, la Tirrenica e la Piana di Gioia Tauro, attraverso la realizzazione di momenti, non episodici, di consultazione ed ascolto, anche attraverso la riproposizione di Comitati di Zona stabili ed ufficiali; Valorizzi i circoli, che sia sempre presente nelle attività politiche di questi ultimi, che dia valore alle intelligenze e alla partecipazione dei singoli e dei gruppi che si distinguono per impegno, passione e capacità di elaborazione politica; Metta costantemente a confronto gli iscritti, i militanti, i simpatizzanti, con le istituzioni ed in particolare con le nostre delegazioni parlamentari, regionali, provinciali e comunali, per farle divenire veicolo di promozione dei giusti bisogni dei territori. Su queste basi, il gruppo dirigente del circolo di Polistena ritiene che la candidatura del compagno Seby Romeo, per la sua storia ed impegno, per l’esperienza politica ed amministrativa maturata in questi anni, per la passione con cui ha sempre caratterizzato il suo incarico di dirigente del Pd, rappresenti la scelta più azzeccata per dare al partito reggino l’impulso necessario e fondamentale per determinare la svolta nel modo d’essere di questo nostro partito.

     

     

     

     

    Il segretario Varamo precisa: nessuna indicazione per Pittella. “Spedita per errore una versione poi emendata”

     

    POLISTENA – Si comunica che per mero errore materiale il compagno che ha inviato il file ha trasmesso la prima stesura del comunicato stampa del Circolo di Polistena che non è quello approvato dagli organi dirigenti, pertanto il periodo che fa riferimentoa Pittella non fa parte del documento ufficiale, in quanto il gruppo dirigiente in questa fase di ricostruzione del partito a tutti i livelli, intende favorire la massima libertà di scelta senza alcuna indicazione preliminare. Il nostro intento è quello di lavorare per accogliere e non per escludere. Pino Varamo, segretario del Circolo Pd di Polistena.