Cinquefrondi – Una squadra rinnovata per 5/12esimi e la garanzia di immutato entusiasmo. Con queste premesse, il candidato a sindaco di Rinascita nonché primo cittadino uscente, Michele Conia ha presentato nella manifestazione pubblica di piazza Castello la pattuglia di aspiranti consiglieri (e tra essi, assessori) in caso di riconferma alla guida della città.
Da una parte, lo zoccolo duro che seguirà le orme del leader composto dai consiglieri uscenti Giuseppe Albanese e Giuseppe Luciano, dal vicesindaco Rocco Furiglio, dagli assessori Roberta Manfrida e Giada Porretta, dalla presidente del civico consesso Maria Annunziata D’Agostino e dal capogruppo Fausto Cordiano a cui si aggiungono, dall’altra, le new entry Salvatore Colloridi, Francesca Ieraci, Antonio Gallo, Antonietta Spanò e Giuseppe Viscomi.
Un “rimpasto” che taglia al 40% di un passato che poteva contare, solo allora, anche sull’apporto di Totò De Muja, Romina Sorbara, Giuseppe Longo, Gabriella Valentino (attori, questi ultimi, di un film di cui è oramai nota la trama) e che lascia fuori invece, per scelta, la pedina strategica dell’assessore Flavio Loria il quale, nel suo intervento dal palco, affiancato dall’ex giovane democratico Danilo D’Agostino, ha tirato le somme della cosiliatura che sta per spirare parlando di “collaudo”, di “staffetta intergenerazionale” ma anche di necessità di “rilancio del paese” chiedendo perciò la riconferma della fiducia per un ulteriore quinquennio amministrativo “nell’interesse di tutti”.
Conia quindi ha provato l’affondo, presentando con largo anticipo i componenti della lista e chiarendo la volontà di giocarsi la partita in campo aperto, senza infingimenti e senza compromessi “come altri, che fanno riunioni al mare sotto gli ombrelloni” lanciando nel contempo diverse frecciate ad ex consiglieri ed ex sindaci, evidentemente convitati di pietra ad una kermesse dal chiaro sapore della sfida a cui, almeno per ora, manca lo/la sfidante.
Il sindaco ha cercato sponda nell’appoggio della piazza chiarendo dapprima che “il popolo è libero e vota con la propria testa” salvo poi rincarare la dose con un “nessuno di noi ha un prezzo o è in vendita” quasi ad allontanare lo spettro di una potenziale campagna acquisti basata principalmente sull’istituto del ripensamento prima che del cerchiobottismo o, peggio, del voltagabbanismo. Ma tant’è. L’uscita di Conia ha avuto il sapore dell’iniziativa di un esperto giocatore di scacchi a cui è concesso il vantaggio della prima mossa e che sa bene di poter contare su una organizzazione movimentista abbastanza cementata sulla fronda dei fedelissimi tesa ad allargare la base del consenso attraverso l’innesto di nuove figure che – tendenzialmente abbracciando le esigenze della società civile e dei giovani – si facciano interpreti di cooptarne in consiglio i bisogni quasi a sfatare il mito, più volte dimostrato, che la gestione della politica locale non sempre sia “affari per famiglie”.
Ma Conia è uomo politicamente navigato per non sapere, come invece sa perfettamente, che i numeri, (rectius, voti) contano. Ed i voti (di per sé fluttuanti in cabina elettorale, in questa più che in altre competizioni elettorali, si badi bene) non si conquistano solo con la contabilità del parentado ma anche (e soprattutto) sulla capacità di convincimento last minute degli elettori. E Conia, pur non anticipando nulla del progetto programmatico – cui si è riservato di svelare più avanti i dettagli – su questo aspetto delicatissimo non si è affatto sbottonato chiedendo una sorta di delega in bianco basata sulla fiducia personale e sul consuntivo amministrativo della quasi tramontata sindacatura, ammonendo la memoria collettiva a fare un flashback alla rovescia per confrontare il prima ed il dopo. «Aspetto con ansia di sapere contro chi ci confronteremo su progetti e programmi» ha poi proseguito, spiegando di voler sotterrare l’ascia di guerra per dissipare veleni e scontri contro un avversario/a che tarda (per motivi di equilibri alchemici?) a rivelarsi.
Prima di chiudere ha chiamato in rassegna la teoria del fact-checking – dalla rotatoria alle scuole passando per la stabilizzazione dei precari – dando notizia delle 21mila mail di richiesta per le case ad 1 euro di cui le prime 12 già aggiudicate. «Io non sono mai scappato dedicando tutto me stesso a questa comunità – ha chiosato pungente il sindaco – perché sono figlio del popolo. Cinquefrondi è rinata ma ora deve crescere. Questo è il momento della continuità». La stessa continuità amministrativa che manca alla città da oltre 50 anni e che l’esponente di Rinascita ha chiesto alla piazza con il voto del 20 e 21 settembre prossimi ed a cui lo stesso movimento politico-culturale, col suo scatto nella rinnovata cornice di volti e bandiere di piazza Castello, guarda speranzoso dando ufficialmente la stura alla campagna elettorale.