CATANZARO – “Sono passati ormai diversi anni dai tragici eventi del 2010, da quando Amnesty International ha denunciato la continua violazione dei diritti umani nelle tendopoli e nei ghetti di tutta Italia in cui vive confinata la maggior parte dei migranti, ma da allora niente è cambiato: chi aveva ed ha il potere di intervenire ancora non lo ha fatto, se non in modo inadeguato”. E’ quanto si afferma in una nota della circoscrizione Calabria di Amnesty International che esprime cordoglio “per la morte del giovane liberiano di 31 anni, Dominic Man Addiah, sfuggito ai drammi del suo paese per venire a morire di freddo in Italia”. “‘Anche quest’anno – prosegue la nota di Amnesty – la storia si ripete, come in una triste quanto scontata profezia, in una tendopoli in cui la dignità dei migranti viene continuamente calpestata e dove per il freddo, ancora oggi, si può morire. Chiediamo pertanto a tutti gli organi e alle istituzioni competenti, Regione, Provincia, prefetto e sindaci, di attivarsi per trovare risposte e soluzioni alternative ad una politica di accoglienza che ha evidentemente fallito non essendo più disposti a tollerare oltre tale inadeguatezza e indifferenza, complici di una tragedia divenuta ormai vera e propria emergenza umanitaria”.
-
Amnesty International sulla morte del giovane migrante liberiano: “Servono risposte concrete dalle istituzioni”E' continua la violazione dei diritti umani nelle tendopoli e nei ghetti di tutta Italia in cui vive confinata la maggior parte degli migranti30/11/2013 | Amnesy International Calabria | Comunicato