SAN FERDINANDO – Nella mattinata di ieri, presso la sede del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, il Comitato “7 Agosto” rappresentato dal suo delegato Dott. Domenico Bonelli ha preso parte al 4° tavolo tecnico a cui hanno partecipato gli ormai noti soggetti chiamati a risolvere l’emergenza del canalone dei veleni.
Dopo una stucchevole discussione fra Autorità Portuale, Comune di San Ferdinando, CORAP e IAM che continuavano a discutere sulla definizione delle competenze, si è finalmente iniziato a parlare degli interventi da attuare nella seconda fase di messa in sicurezza e pulizia del canalone, che prevede la rimozione totale del sedime e pulizia del fondo cementato. Per fare questo, sotto il coordinamento del Dirigente del Dipartimento ospitante il tavolo, si è deciso di avviare entro 48 ore a partire da ieri i lavori di deviazione del flusso di acqua sia a monte del canale, riconducendola nella condotta delle acque nere della zona portuale, sia a 300 mt circa dall’imbocco del canale scoperto. La destinazione di quest’ultima deviazione sarà definita solo dopo un sopralluogo.
Le attività appena descritte saranno svolte dalla IAM, che ricordiamo essere il soggetto che avrebbe dovuto provvedere fin dal 2002 alla manutenzione ordinaria e straordinaria della conduttura di raccolta delle acque bianche in questione. Non appena il livello dell’acqua si sarà cosi notevolmente ridotto, il Comune di San Ferdinando avrà il compito di richiedere tempestivamente l’intervento della ditta ECOSISTEM per aspirare l’acqua rimanente all’interno del canalone. Solo successivamente, un mezzo adeguato potrà così intervenire per rimuovere il sedime contaminato ancora presente sul fondo. I Vigili del Fuoco procederanno finalmente ad una prima ispezione del canale coperto.
Per quanto riguarda invece la sabbia contaminata attualmente stoccata in parte nei cassoni ed in parte nei teli in pvc, ARPACAL ha comunicato che procederà al campionamento del sedimento per la caratterizzazione dello stesso. Fin quando non si avranno questi risultati, non si potrà procedere allo smaltimento del materiale stoccato in sito. Nella mattinata odierna si è svolto un sopralluogo congiunto tra gli enti coinvolti. Ancora una volta abbiamo assistito a uno stucchevole rimpallo di responsabilità. Alla fine è stata raggiunta una intesa. Tuttavia, nella mattinata odierna si è assistito a un nuovo cambio di percorso perché Arpacal ha prelevato nuovamente l’acqua presente nella sezione di canale scoperta e non la sabbia stoccata in quanto la situazione è mutata rispetto al quadro analizzato in Regione.
E’ quindi doveroso ribadire che continuiamo ad assistere a perdite di tempo inutili che aggravano la situazione e il comitato si chiede: “Si vuole coprire qualcuno?”