REGGIO CALABRIA – ApindustriaCalabria, associazione delle Piccole e Medie Imprese di Reggio Calabria, interviene nella querelle sull’Aeroporto di Reggio e invoca con forza un auspicato stop alle polemiche. Come ha sostenuto nei giorni scorsi l’onorevole Foti che, com’è noto, si è pesantemente speso in sede Enac a Roma a favore dell’aeroporto, si deve dare il giusto riconoscimento al presidente Raffa e alla provincia di Reggio Calabria per l’inversione di tendenza che si è registrata con le nomine nel CdA della Sogas, costituito ora non più di burocrati o politici, ma di professionisti seri che, secondo quanto si legge, dopo trent’anni di abbandono, sono riusciti a mettere finalmente le cose a posto. Tuttavia, qualcuno vuole che questo management vada a casa, invocando al suo posto, quasi come un messia, l’arrivo di “un manager esperto” che dovrebbe portare nuove rotte, nuove Compagnie, e dovrebbe attivarsi per attrarre le compagnie low cost. Ma le compagnie aeree, e le “low cost” in particolare, non ritengono opportuno perseguire questa strada se non ricevendo contributi, e anche tanti.
Ma chi dovrebbe garantirglieli? Si contesta poi all’aeroporto di Reggio di non essere un aeroporto turistico, sostenendo che serve solo a imprenditori, a studenti, a politici e ammalati. Ma, precisa ApindustriaCalabria, un aeroporto dovrebbe servire, in primis, l’utenza del territorio! Lo sviluppo del turismo, d’altra parte, non si crea solo con un aeroporto “turistico”, ma va accompagnato da infrastrutture coordinate, strutture ricettive adeguate ed attrattori tematici. In tale contesto, un aeroporto che funzioni e che garantisca un servizio efficiente e a prezzi vantaggiosi, è sicuramente un servizio adeguato. Per attrarre turismo, sostiene dunque ApindustriaCalabria, è necessario, prima di tutto, un territorio “turistico”. E il nostro territorio al momento non crediamo che lo sia. Si intima poi da più parti, continua ApindustriaCalabria, di accelerare le operazioni per la privatizzazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, e di realizzare un’unica società di gestione per i tre aeroporti calabresi. Ma un’unica società porterebbe lo scalo di Reggio alla riduzione dei voli e delle frequenze, quelli per tutto l’anno, a vantaggio di Lamezia, e quelli turistici/stagionali a vantaggio di Crotone.
In merito alla privatizzazione, poi, si deve creare sul mercato la possibilità di un azionariato diffuso, che dia respiro finanziario, ponendo come obiettivo anche una successiva quotazione in borsa. In conclusione, oggi, la Sogas è finalmente una società autonoma e quello di Reggio si avvia ad essere un vero aeroporto, come ha correttamente visto Federalberghi. Viceversa, una frangia di antireggini non vuole che l’Aeroporto dello Stretto viva. E allora, l’obiettivo attuale, ormai palese, è quello di contrastare chi si sta adoperando per creare le condizioni di efficienza. ApindustriaCalabria non ci sta: l’imprenditoria reggina necessita dell’aeroporto di Reggio, oggi più che mai con il nostro territorio tagliato completamente fuori dai circuiti, senza collegamenti, asfissiato dalla mancanza di credito bancario e dalla criminalità organizzata. L’Aeroporto dello Stretto a nostro modo di vedere, ha bisogno essenzialmente di continuare la strada intrapresa nell’ultimo anno, percorsa nel segno della legalità, con la competenza e il coraggio che il nuovo management ha dimostrato di avere, malgrado tutti.
E’ necessario inoltre il sostegno e il supporto da parte del mondo politico, che dovrebbe lavorare con univocità di intenti e iniziative, evitando di cadere in inutili litigi, proclami o sterili polemiche. Non deve, infatti, accadere che gli enti soci si defilino e la sola provincia di Reggio, per sopperire alle mancanze di qualcuno di loro, si accolli l’onere di ricostituire quasi da sola il capitale che era stato eroso proprio dalle deficitarie gestioni del passato. Senza tale sforzo finanziario, per quanto acclarato, la Sogas non avrebbe formalmente potuto esistere. Allora, considerato anche che il bilancio 2011 della società è stato chiuso in pareggio, pensiamo sia più che lecito che i signori soci della stessa Sogas decidano di finanziare le attività dell’aeroporto, utilizzando gli oltre tre milioni di euro che in precedenza venivano annualmente versati nelle casse della società per coprire le perdite che sistematicamente venivano prodotte e che viceversa quest’anno sono stati risparmiati.