• Arcea, sotto la lente incarichi e consulenze. E si rivela un ente davvero pagatore…
    21/06/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    SI PROFILANO GIORNI CALDI sulla nostra regione, e non solo per l’avvento dell’anticiclone africano Scipione che imperverserà per via climatologica sulle nostre teste. Stà per prender avvio a palazzo Campanella la discussione circa l’assestamento di bilancio che si prevede abbastanza infuocata circa le risicatissime risorse da impiegare. Nella relazione che esplicita gli interventi in sintesi, si legge, che la manovra non possa tener conto di ben 397 sui 462,3 milioni di euro che la compongono complessivamente poiché questi riguardano la riallocazione obbligatoria di fondi vincolati (Por, Sanità, altri fondi statali), e di ulteriori 46 milioni di euro che sono la riallocazione di economie riaccertate su fondi vincolati. Alla fine, la parte  discrezionale soggetta alle decisioni della Giunta, prima, e del Consiglio Regionale, poi, potrà contare su soli 19,3 milioni di euro. Un po’ pochino. A fronte delle ben più copiose richieste pervenute presso il Dipartimento Bilancio, che pare ammontino ad oltre 200 milioni di euro, e che appaiono del tutto inesaudibili per via della  scarsissima disponibilità di  risorse  autonome a disposizione.

    Se si prova poi a dar corso alla bozza oggetto del provvedimento si scorgerà che la scelta effettuata dalla  Giunta  è  ricaduta  su alcuni punti ritenuti urgenti  e che  attengono al Settore dei  trasporti (6,175 milioni), alla  copertura  di  alcune  mensilità  del precariato  (4,25 milioni  di  euro),  alle obbligazioni  assunte  per  le  rette  socio‐sanitarie  (3,2  milioni),  all’incremento delle risorse  per  la  protezione  civile  (0,4  milioni),  a  nuove  autorizzazioni  di  spesa  (1,2  milioni  di  euro circa) ed al  finanziamento  di  Arcea  (0,7 milioni di euro). Su quest’ultima scelta è caduta la nostra attenzione. E’ doveroso premettere l’assoluta necessità del mantenimento dell’ente che, ai più forse dirà poco o nulla, ma che svolge un compito delicatissimo in una regione a prevalente economia agricola come la nostra. Un breve cenno si impone. L’Arcea è un organismo pagatore per conto della Regione Calabria, riconosciuto con provvedimento del MIPAAF del 14 ottobre 2009, responsabile del processo di erogazione di aiuti, contributi e premi previsti da disposizioni comunitarie, nazionali e regionali a favore del mondo rurale stanziati rispettivamente da Fondi FEAGA e FEASR, Stato, e la stessa Regione Calabria.

    L’Arcea, istituita con legge Regionale n. 13 art. 28 del 2005 (in giunta Chiaravalloti, ndr), è dotata di autonomia amministrativa, organizzativa, contabile, patrimoniale e di proprio personale ed opera in base allo statuto approvato con delibera di Giunta n.748 dell’8 agosto 2005 e successive modifiche. La struttura dell’organismo sembrerebbe avere una dotazione organica di circa 47 dipendenti, di cui 3 dirigenti ed un direttore generale nelle funzioni di commissario straordinario. Ebbene, come in tutti gli enti a partecipazione regionale che si rispettino, anche qui emerge che le sole figure dirigenziali assorbono circa 285 mila euro dei 700 che l’assestamento  di bilancio propone di assegnare all’Arcea. Ma non è tutto. Spulciando l’elenco degli incarichi e delle consulenze che l’ente ha ritenuto opportuno esternalizzare attraverso l’affidamento fiduciario, si scopre che nel 2009 ha pagato al lordo circa 63.500,00 €, nel 2010 circa ben 191.000,00 €, nel 2011 circa 142.000,00 € e nel 2012 sino a maggio circa 37.500,00 €. Ricapitolando, solo dal 2009 ad oggi l’ente ha ritenuto doveroso impiegare circa 434.000,00 € in incarichi più o meno necessari divisi tra consulenze e mansioni a professionisti ed aziende varie (di cui le parcelle più corpose sono finite quasi sempre fuori regione, ndr). Per contro, non occorre esser degli specialisti del settore per comprendere che operazioni di insourcing sono perfettamente possibili in house con la razionalizzazione e l’impiego di expertize del personale regionale, che non solo crediamo qualificato per l’espletamento di incarichi in linea con le proprie possibilità e capacità, ma che consentirebbero persino un risparmio notevole di risorse di cui i contribuenti calabresi sarebbero certamente maggiormente felici di appurare la destinazione dirottata per migliori utilizzi (pensiamo al sostegno alle famiglie ed al sociale).

    Ora, in ottica di spending review con questi numeri e questi onerosi privilegi qualche suggerimento, del tutto gratuito s’intende, al commissario Bondi (e non solo) su dove poter intervenire siamo sicuri che, qualcuno dei nostri diligenti governanti con scatto d’orgoglio risentito, si affretterà presto e senza indugio a consigliarlo.