• Ascensori fermi all’ospedale di Polistena: la vergogna del silenzio ed il trionfo della mala politica
    19/05/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    POLISTENA – Non smetteremo mai di porre interrogativi alla politica e non ci stancheremo mai di riscontrarne le risposte, ritenendo questo un dovere morale che corrisponde ad una funzione di pubblico interesse. Con questa premessa, riportiamo all’attenzione dei lettori l’ennesimo disservizio che i cittadini-elettori-contribuenti-utenti subiscono e patiscono in un inspiegabile silenzio oramai da mesi senza che nessuno degli aventi competenza se ne faccia interesse o carico e lo risolva definitivamente. Stiamo parlando degli ascensori di servizio dell’ ospedale S. Maria degli Ungheresi di Polistena. A seguito di una segnalazione ci siamo recati sul posto ove ci siamo potuti render conto di persona della grave carenza patita nonché delle immaginabili precarie condizioni alle quali sia il personale del nosocomio che l’utenza esterna, fatta di pazienti e visitatori, vengono vergognosamente condizionati  nello svolgimento delle funzioni di cura tanto in quelle di servizio.

    Abbiamo avvicinato un operatore a cui abbiamo chiesto il perché e da quanto tempo vi era il perdurare di tale condizione e, con grande palpabile frustrazione, la risposta che ne abbiamo ricevuta è stata il totale disinteresse da parte sia della dirigenza della ASP (a cui pare manchino persino i fondi per provvedere) sia degli esponenti politici (ad eccezione del sindaco di Polistena Michele Tripodi che ha pubblicamente denunciato il fatto attraverso una nota pubblicata dalla Gazzetta del Sud) a cui si è fatto riferimento, finora evidentemente senza ascolto e successo, per la risoluzione dell’insopportabile problema. Pur comprendendo i tagli e le razionalizzazioni doverose nel settore sanitario, crediamo che la riparazione ed il collaudo degli ascensori dell’ospedale di Polistena non rientrino nelle spese di straordinarietà che la ASP debba sopportare, atteso che l’utenza che ne riceve è composta non solo dalla fitta mole di pazienti (e già di per sé questo dovrebbe bastare a smuovere chi di competenza) ma anche di operatori diligenti che quotidianamente tra mille difficoltà tentano di dare il miglior servizio sanitario possibile, nonché di visitatori, anche bambini ed anziani, a cui non si può imporre il disagio di inerpicarsi per rampe e rampe si gradoni per raggiungere tra mille astrusità e logoramenti i reparti a cui ci si deve recare.

    Si tratta di una disfunzione molesta e rilevante a cui chiediamo con immantinenza di porre un rimedio. Anche perché il terzo ascensore funzionante, oltreché poter servire le barelle (altro non può fare) e dovendo sopportare un carico di lavoro che comprende anche quello non svolto dai due fermi, non si sa ancora per quanto possa reggere a questi ritmi. Da queste colonne rinnoviamo la denuncia-appello alla dirigenza generale dell’ASP nella persona della D.ssa Squillacioti, nonché al Presidente Scopelliti nella qualità di assessore delegato alla Sanità, oltreché a quanti possano aver competenza in materia, a volere e dovere prontamente intervenire per sanare (è il caso di dire) questo angoscioso problema che rende ancor più indegno ed incivile l’aggravio delle sofferenze per degenti ed utenti della struttura e ci discredita dall’essere cittadini italiani parimenti ad altri, fatto salvo il momento determinante durante il quale si è adusi rivolgersi agli utenti  (troppo spesso intesi solo come frutti da spremere, all’occorrenza e non vieppiù cittadini a cui prestar sevizio con la buona politica) per chiedere (e magari ottenere) esclusivamente voti e sacrifici.