CITTANOVA – Il presidente della Regione Scopelliti annuncia la sua riforma epocale della sanità, giustifica le chiusure e i ridimensionamenti delle strutture ospedaliere motivando tali scelte sulla necessità di rafforzare la sanità sul territorio, ma allo stato, quest’ultima, sembra una chimera. Il movimento politico Officina Calabria, denuncia la grave situazione venutasi a creare a seguito del ridimensionamento del servizio di assistenza domiciliare integrata nell’ambito dell’Asp 5. A pagare sono sempre gli ultimi e sono più tollerabili i giochetti politici mirati sulle appartenenza e non sulla qualità dei servizi offerti. Bisogna programmare seriamente l’utilizzo di tutte le risorse aziendali disponibili ed integrare la parte mancante in maniera trasparente e nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia. La condizione attuale di numerosi utenti appare drammatica con il servizio di fatto quasi interamente sospeso nei due distretti della città di Reggio, non avendo l’Asp onorato i debiti pregressi nei confronti degli Enti del privato sociale che rivendicano giustamente gli arretrati per sostenere gli oneri economici non più rinviabili, mentre per i distretti della Locride e della Piana i servizi sono garantiti con difficoltà in quanto, anche in questo caso, non sono stati ancora accreditati gli importi già liquidati.
Questo è il quadro attuale, ma il futuro non si presenta tranquillo avendo la direzione generale dell’Asp assunto un atteggiamento contraddittorio, atteso che, nella fase di riorganizzazione complessiva del settore, un primo indirizzo avrebbe previsto una gara unica e l’individuazione di un solo contraente secondo i parametri del codice degli appalti, mentre attualmente tale percorso è stato abbandonato a favore di una fantomatica “ manifestazione di interesse”. Nella sostanza si prefigurerebbe il superamento dell’attuale sistema di accreditamento, sia pur provvisorio, e si tenderebbe ad allargare la platea dei destinatari gestori del servizio con il rischio concreto di depotenziare gli enti attualmente operanti e con gravi ricadute sulla qualità dei servizi e sulla sicurezza economica degli operatori. Insomma, non vorremmo che questa nuovo modus operandi nasconda, nella prospettiva delle vicine scadenze elettorali, altre finalità che nulla hanno a che vedere con le esigenze sanitarie dell’ammalato da assistere al proprio domicilio.