LA PROPOSTA DEL MINISTRO della Pubblica (mi piace ancora usare questo aggettivo, illudendomi forse che tale rimanga) Istruzione di aumentare, obbligatoriamente e gratuitamente, a 24 ore l’orario settimanale dei docenti, oltre a ridurre drasticamente, se non ad annullare le legittime aspirazioni lavorative di migliaia e migliaia di precari, aggreverebbe in modo irreversibile la qualità e l’efficienza della scuola, tra l’altro già seriamente minate. Sarebbe disonesto non riconoscere che nella scuola ci sono anche docenti che fanno poco o nulla, sarebbe altrettanto disonesto non voler riconoscere che, a parità di trattamento economico, la mole di lavoro dei docenti delle varie discipline non è uguale, (si pensi, per esempio, alla correzione media mensile di un centinaio di verifiche che non tutti i docenti sono tenuti a fare). Come sarebbe disonesto non riconoscere che la scuola si regge sulla professionalità e sul senso di responsabilità proprio di quei docenti che sarebbero i più colpiti da questa novità.
L’innalzamento dell’orario lavorativo a 24 ore, porterebbe infatti i docenti che fanno poco o nulla a poltrire, invece che 18, 24 ore, e i docenti che lavorano bene e con professionalità, ad un tour de force dai ritmi poco umani. Esempio tipo: un insegnante di Lettere che insegna Italiano e Latino in tre classi (con 25/30 alunni) attualmente si troverebbe a dover correggere, tra gli scritti di Italiano e di Latino, 150/180 compiti al mese; con l’aggiunta di un’altra classe (per arrivare a 24 ore) ne dovrebbe aggiungere altri 50/60 per un totale di 200/240. Per non parlare poi del tempo impiegato a casa per preparare la lezione o per la messa a punto di materiale didattico vario. Altro che 24 ore! Qui si oltrepassano di gran lunga! Ma per il ministro, così si migliorerà la qualità e l’efficienza della scuola. E poi, lo chiede l’Europa! Ci dobbiamo adeguare all’Europa! Dimenticando però un piccolo dettaglio: adeguiamo anche gli stipendi agli standard europei, per esempio di Francia e Germania.
Però, a pensarci bene, forse potrebbe valere anche per noi umili docenti il criterio di incostituzionalità perchè ci farebbero lavorare di più senza essere retribuiti, così come è accaduto per i tagli alle retribuzioni superiori ai 90mila euro dei dirigenti pubblici? Il martellamento mediatico degli ultimi anni sui docenti scansafatiche aiuterà forse il Ministro, che riceverà il plauso di molta parte dell’opinione pubblica, ma si tratta, ancora una volta, di cattiva politica. Non è questo il modo per risolvere i problemi endemici della scuola. Credevo in questo ministro, speravo…
2 commenti
fabio cuzzola
15 ottobre 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
mai sperare nei ministri, nel potere, tocca solo a noi difendere i diritti e promuovere il cambiamento.
Valentina
16 ottobre 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Aumentare l’orario di 6 ore su 18 rappresenta un terzo, significa che un terzo degli attuali docenti il prossimo anno saranno disoccupati. Per fare un esempio, in una scuola di 90 docenti 30 dal prossimo anno saranno a spasso!Ma stiamo scherzando?! Il mio collega di seconda lingua straniera nella scuola media dovendo fare anche il mio lavoro passerà dalle attuali nove classi a dodici, con una media di trecento alunni per anno scolastico: evviva la qualità della didattica!
Questo progetto è una follia, sciopero generale!!