REGGIO CALABRIA – In esito all’articolo dal titolo “moralizzatori con memoria corta”apparso in data 04.12.2011, in apertura della cronaca di Reggio, ritengo doveroso riscontrare all’articolista alcune considerazioni. Innanzitutto mi domando perché si è voluto dare tanto clamore a questa storia? Si è estrapolato da un contesto generale, dove insistono situazioni e nomi anche altisonanti (stranamente totalmente sottaciuti), facendo rifulgere, in un novello impeto censorio, solamente quella afferente mia figlia. A proposito di notorietà, non è detto che per quanto riguarda i professionisti dell’ispirazione anonima e non retribuita, questi, ben presto guadagnino ben donde le prime pagine dei giornali e non solo. Nei fatti si è volutomandare all’opinione pubblica il messaggio “del nulla di nuovo sotto il cielo”, “ si predica bene e si razzola male”della serie questa volta il giro di giostra lo facciamo fare al sindacalista. Ho il diritto di dire che a questo giuoco al massacro è giusto io dica che non ci sto, opponendomi con tutta la forza a chi pensa, di abbattere gli avversari con l’esercizio della maldicenza. Nell’articolo parlando di “casi reggini curiosi” si accostano scandalisticamente le mie battaglie contro il malaffare, gli sprechi realizzati dalla politica, con un precario annuale incarico di collaborazione su base fiduciaria assegnato a mia figlia, equivocando volutamente tra le diverse forme di attività lavorativa, assimilandole in modo demagogico tra di loro. Per la precisione la fattispecie lavorativa riguardante mia figlia non è assolutamente riconducibile ad una opinabile consulenza, si tratta, invece, di un rapporto lavorativo con scadenza annuale, previsto dalla normativa vigente a proposito di funzionamento di organismi politici elettivi che include Consigli e Giunte regionali, Province e Comuni di tutta Italia compreso il Senato e la camera dei Deputati. Che cosa si sarebbe potuto obiettare se analogamente mia figlia fosse stata chiamata da un parlamentare a far parte della sua segreteria politica? Se poi invece il problemadovesse risultare lo scomodo nome Azzarà, che mia figlia, in quanto tale, deve rimanere disoccupata o che non deve accettare nessun tipo di attività lavorativa lecita ancorché precaria, forse il tutto comincia ad essere comprensibile. Visto che non hanno sortito effetto alcuno le intimidazioni di tipo mafioso, se qualcuno, cambiando registro, pensa tra il serio ed il faceto di potermi delegittimare screditandomi per fermare la volontà di fare qualcosa di positivo nella nostra città, si è fatto una idea sbagliata, producendo l’effetto contrario. Non sono mai stato un moralizzatore e non ho la memoria corta, continuerò a mantenere ferma la mia idea sulle consulenze, sugli sprechi prodotti nella sanità e nella politica, avversando in particolar modo chi si giova del “tan – to peggio tanto meglio” , chi vuole che alla fine si appartenga tutti allo stesso fascio, e chi pensa di poter sminuire un impegno sindacale che dura da più di 30 anni.
Nuccio Azzarà
segretario provinciale Uil
(Caterina Tripodi) Nell’ordine le rilevo che A) E’ da circa un mese che ci occupiamo dei decreti presidenziali siglati dal presidente Giuseppe Raffa. Anche in questa medesima pagina c’è un articolo che se ne occupa. Stiamo trattando l’argomento caso per caso e quindi, alla spicciolata, un caso alla volta, mano a mano che dietro ogni singolo numero dei decreti presidenziali (contenuti in una delibera che riporta solo i numeri e non i beneficiari dei nuovi contratti di lavoro posti in essere) si “materializza” un nome. Lei evidentemente è stato disattento e se ne è accorto solo ora, semplicemente perchè ha visto la sua fotografia. B) Parla di libertà di stampa ma contesta spazi e modi di dare le notizie, competenze che attengono ai giornalisti cui peraltro attribuisce “occulti manovratori”. C) Il caso di Alessia Azzarà costituisce un fatto giornalistico non per la giovane professionista in sè stessa ma proprio in quanto sua figlia. Che Raffa abbia scelto sua figlia diventa un fatto di cronaca giornalistica e politica, semplicemente perchè lei non è solo un segretario provinciale di uno dei più noti sindacati. Lei, come ricorderà, ha svolto il ruolo in consiglio comunale di consigliere di minoranza (in un momento in cui Raffa era sindaco). Militava nel Pdm, allora di centrosinistra. Conclusa l’avven – tura in comune, ha avviato la sua campagna elettorale per le provinciali, sostenendo Giuseppe Raffa, candidato alla presidenza per il centrodestra. La scelta fiduciaria di sua figlia, come rilevato testualmente dal decreto presidenziale, si incastonava in questo contesto. E costituiva notizia giornalistica. Ovviamente le sue battaglie contro le consulenze, di cui serbiamo freschissima memoria, pressocchè contestuali al decreto presidenziale che attribuisce ad Alessia Azzarà un contratto di lavoro nello staff del presidente, costituivano anch’esse notizia nella notizia. D) in merito “al precario incarico annuale” del rapporto di lavoro di Alessia Azzarà, saprà che i decreti presidenziali per loro stessa natura vanno siglati per la durata di un anno, sono rinnovabili (anno dopo anno), per tutta la durata della carica del presidente. F) Infine che abbini l’articolo giornalistico alle intimidazioni che lei negli anni ha subito francamente mi indigna.