FORSE NON ARRIVEREMO MAI A SAPERE se Berlusconi abbia o meno “una naturale capacità a delinquere”. Quel che oggi è notorio è che l’ex premier, quando punto sul vivo delle proprie interessenze reagisce aspramente. A far saltare il tappo è stata evidentemente la indigesta sentenza del tribunale di Milano che ha fatto letteralmente sbottare il presidente del Pdl confermandola come una sentenza incredibile per un incensurato. Berlusconi s’è stracciato le vesti dinanzi alla stampa foltamente presente presso la sua residenza di Villa Gernetto, assunto come headquarter per bersagliare in particolare, senza soluzione di continuità, il governo Monti, la Magistratura, la Corte Costituzionale, il fisco ed il duo Merkozy. Con il fido avvocato-deputato Ghedini ha travolto come una valanga ogni teorema riguardo i processi che lo vedono imputato riesumando il refrain del puro accanimento politico-giudiziario.
E’ parso il tentativo di rientrare rabbiosamente in gioco dopo il preannunciato ritiro dalla scena politica italiana, parzialmente smentito od al contrario diversamente confermato dalle dichiarazioni circa la non partecipazione alle primarie del partito né alla candidatura alla futura premiership di governo. In ogni caso, la volontà di non porgere certamente l’altra guancia, di non incassare il colpo ma piuttosto di rendere pan per focaccia rispetto alla pronuncia di una sentenza che ha riaperto le vecchie ferite e ridestato gli antichi rancori – visibilmente mai sopiti – in particolare con l’organo giudicante verso il quale ha puntato più e più volte l’indice accusatore sibillandone l’inadeguatezza. Si è quindi profuso nello sport che gli è senza dubbio più congeniale. Quello delle promesse. Preferibilmente se non mantenute. Ha rispolverato dal repertorio una sfilza di punti da trattare con la urgenza che il caso merita, lanciandosi in una vera e propria orazione comiziale degna della miglior prova di pre-campagna elettorale: abbattimento della pressione fiscale; imu sulla prima casa; soppressione Equitalia; pagamento per contanti; intercettazioni; riforma della giustizia, solo per citare i temi sensibili sciorinati per accaldare i taccuini dei cronisti presenti e per melodiare alle orecchie argute ma non più beote degli italiani, vagheggiando promesse, stavolta d’altra natura, per le quali ha dato chiara l’impressione che l’imprimatur fosse del tutto scaturente da quanto personalmente accadutogli in questa repentina successione di avvenimenti.
Non a caso si è riferito apertamente al neologismo della magistratocrazia quale dittatura dei magistrati rapportandola, secondo la propria lettura, alla mancanza di democrazia. In tutto questo tripudio magniloquente c’è una circostanza, peraltro non trascurabile, che lascia alquanto perplessi. L’arcano non svelato è : ma se la sentenza gli fosse stata favorevole, avrebbe avuto la stessa naturale propensione alla veemenza incriminatoria e la medesima pulsione a riappropriarsi della cornice politica nazionale cercando di rituffarsi a capofitto in una mission a cui fino al giorno prima ha dichiarato solennemente di voler rinunziare (specie per favorire la causa dei moderati)?
1 commento
polis
28 ottobre 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Siamo stanchi e nauseati di questa classe (tta) politica, di cosiddette forze di destra/sinistra (le teste di Giano bifronte possono ben evocare tutto).
Qui c’è un ritorno ‘ad personam’ di un quasi ottuagenario sconsiderato; lì qualche giovane con intenzione rottamatoria osteggiato dai vecchi del suo partito. Di sicuro, entrambe le forze appiattite sulla politica svendi-Italia montiniana.
Non sono credibili nè incantano ora le loro voci e proteste di facciata, dopo mesi di asservimento e di provvedimenti allegramente votati, senza aver compiuto neanche uno straccio di analisi e di approfondimento circa le conseguenze; proteste inoltre troppo flebili rispetto alla svenamento cui è stato sottoposto il popolo, non più sovrano ma servo delle cupole internazionali.
Del resto che cosa aspettarsi da questi soggetti? Sono gli stessi che votarono in massa il Trattato di Lisbona senza leggerlo! e conoscere prima le sue gravi implicazioni in ordine alla sovranità nazionale.
Tutto ciò che è veramente importante passa sotto silenzio, sicchè i più ignorano che la Grecia non è più padrona del proprio debito: i titoli di stato passano sotto la giurisdizione della Corona britannica ( summit europeo del 26 ottobre) ; sui nostri e su tanto altro stanno lavorando…
Ergo, quella sopra, prevedibile, non è purtroppo la sola notizia che angoscia.