“L’Italia è una repubblica poco democratica fondata sulla finanza”: così Moni Ovadia, stasera, a Rai News. Con la sua solita intelligente ironia, ha semplicemente detto la verità che può non piacere a molti, che può apparire come un’estremizzazione, ma che questo governo e il sistema Italia, in genere, perseguono con una tenacia assolutamente insopportabile. Il riferimento, nella lettera di Berlusconi indirizzata all’Ue, ad una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato, è infatti l’esplicitazione di un progetto chiaro, puntuale, di questo governo, contro il lavoro, contro le famiglie che vivono solo grazie al lavoro delle braccia e delle menti e che non conoscono le leggi perverse e innaturali dell’alta finanza.
E’ vero che, in passato, si è esagerato in sprechi e che ci sono state assunzioni clientelari, è vero pure che ci sono i “fannulloni”, monumenti viventi di offesa al lavoro; è però altrettanto vero che sprechi e clientelismi sono e sono stati colpa della politica, non del lavoro, e che ci sono le leggi che prevedono anche il licenziamento per colpe gravi, tra le quali il parassitismo. Le difficoltà nel risolvere questioni del genere, sono essenzialmente volute da quella rete fitta e inestricabile che si chiama sistema, ma il discorso qui sarebbe troppo lungo…
E’ pretendere troppo pensare che i grandi potentati dell’economia possano capire che stando meglio tutti, starebbero meglio anche loro; è fuori dalle menti dei nostri governanti pensare ad una lotta seria, e non di facciata, all’evasione fiscale; pensare ad una imposta patrimoniale che colpisca i patrimoni faraonici, non il lavoro ed i redditi da lavoro. E’ la solita storia, che non è solo italiana: il denaro, l’economia, il profitto prima di tutto.
Non vi è democrazia senza il rispetto del lavoro: ecco perché l’Italia è una repubblica poco democratica.
L’Italia è una repubblica che non difende il lavoro ma i patrimoni: ecco perché è fondata sulla finanza.