OSCAR LUIGI SCALFARO non era amato da Berlusconi e dai suoi seguaci, questo lo si sapeva già, ma che a Bologna, e pare anche a Modena, i consiglieri comunali escano dall’aula nel momento in cui viene ricordata la sua figura, questo è veramente paradossale, per non dire di una gravità inaudita. Silenzio di Berlusconi, del Pdl e della Lega, e addirittura l’infelice (per usare un eufemismo) sortita di Storace che esprime il suo giudizio negativo su Scalfaro, prendendo a prestito la sua celebre frase “Io non ci sto” e trasformandola cinicamente in : ‘”Io non ci sto, non ci sto, non ci sto… più”. Rispetto reverenziale per la morte. Nemmeno questo! Costoro continuano ad agire con un’arroganza mai vista, che li rende impermeabili ad ogni ripensamento e ravvedimento.
E continuano a non capire che, proprio per il ruolo che ricoprono, devono, anzi sono obbligati ad avere, più di un qualunque comune cittadino, il senso ed il rispetto delle istituzioni. Ma noi, che siamo comuni cittadini, vogliamo ricordare il vecchio Presidente, apprezzandone le sue qualità morali e politiche, vogliamo ricordarlo come strenuo difensore della Costituzione dagli attacchi di chi avrebbe voluto smantellarla secondo una logica “aziendalistica”.
Qualcuno, non ricordo chi, ha proprio definito il modello di stato che Berlusconi avrebbe, prima o poi, voluto imporci, (in parte c’è già riuscito), Stato-azienda, magari una sua azienda. Vogliamo ricordarlo anche nell’immagine ultima del suo feretro addobbato con una corona di peperoncini. Pare che li amasse tanto, a detta di un’amica di famiglia, «per il sapore e per il colore deciso, verde e rosso, che rimanda al Tricolore». Ma io aggiungo, anche se può darsi si tratti di una forzatura, forse anche per ricordare il suo legame con la nostra terra.