POLISTENA – Quando l’atmosfera è quella giusta lo si capisce a pelle. “Pane amaro. L’identità perduta. Cento anni di emigrazione italiana”. Un incontro con gli autori promosso dal Rechichi di Polistena. C’erano il professore Dante Maffia, poeta-scrittore, il professore Rocco Paternostro, scrittore e docente di Letteratura italiana all’Università La Sapienza di Roma, Antonio Filippo Corea, poeta ed emigrato di ritorno. L’atmosfera creatasi attorno a questo evento è stata proprio quella giusta, fin dalla sua ideazione. Ed avere tra noi intellettuali illustri come Dante Maffia e Rocco Paternostro ed un poeta semplice, genuino come Filippo Antonio Corea, ha trasformato quell’atmosfera giusta in sapiente armonia di cultura, pathos, interazione, emozione. Un momento di crescita umana e culturale per tutti, ma soprattutto per gli studenti, che vanno difesi – è un nostro preciso compito – dalla mistificazione della realtà cui sono soggetti, che è cosa crudelissima. Meglio potremo difenderli, se sapremo offrire loro cultura, che è sensibilità, categoria estetica, affinamento dell’animo, rispetto, decoro. Un grazie a Dante Maffia, intellettuale-artista completo, poliedrico, geniale, ironico ed autoironico, testimone della calabresità più autentica, perché viva e palpitante. Un grazie a Rocco Paternostro, raffinato accademico, intellettuale “illuminato”, dalla parola lieve e decisa, dal cuore nobile, dall’umanità profonda. Un grazie ad Antonio Filippo Corea per la sua poesia fresca, per la sua testimonianza di emigrato che ha sofferto e pianto per la partenza e per il ritorno.
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Cento anni di emigrazione italiana. A Polistena con Maffìa, Paternostro e Corea un dibattito di grande spessore29/03/2012 | Rosanna Giovinazzo | Edicola di Pinuccio