• Centrale di Saline e rigassificatore di Gioia Tauro. Longo (Prc): “Dare vita ad un movimento di lotta contro gli impianti inutili e dannosi”
    22/06/2012 | G. Longo, capogruppo Prc Prov. RC | Comunicato

    giuseppe longo

    REGGIO CALABRIA – Non sarà certo il via libera del Governo Monti sulla compatibilità ambientale della centrale a carbone di Saline, a dissipare i forti dubbi che continua a suscitare il progetto della Sei o ad indebolire il fronte di chi in questi anni si è battuto giustamente contro un impianto pericoloso ed inutile. Conseguenze negative sull’ecosistema e la salute dei cittadini, basse ricadute occupazionali, nessun allarme da fabbisogno energetico, forti penalizzazioni turistiche e tutela archeologica ignorata. Ognuno di questi argomenti costituisce ovviamente ancora un valido motivo per dire no alla costruzione della centrale a carbone, tanto più che la stessa commissione Via-Vas del ministero dell’ambiente sostiene che molte di quelle ragioni contrarie sono fondate.

     

    Mentre il Governo dei poteri forti tenta di accelerare l’iter di questi impianti, come è avvenuto con il decreto autorizzativo del rigassificatore di San Ferdinando da parte del ministro Clini, che stranamente, e forse oggi capiamo il perché, non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, accogliamo con grande entusiasmo e fiducia la notizia che giunge da Roma in merito alla seconda bocciatura del progetto della LNG pronunciata oggi dal consiglio superiore dei lavori pubblici. Questa decisione dovrebbe far riflettere chi sino ad oggi si è ostinato, con miopia e protervia, a sponsorizzarne la realizzazione, nonostante da più parti, e soprattutto da San Ferdinando in Movimento e dai sindaci di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno si evidenziavano carenze progettuali e violazioni normative. In primis dovrebbero rivedere le proprie posizioni Provincia e Regione che sollecitate ripetutamente alla prudenza non hanno voluto mai sentire le nostre ragioni. Sennonché, curiosamente, proprio alla vigilia dell’esame del consiglio superiore dei lavori pubblici che avrebbe bocciato il progetto della LNG, il Presidente Scopelliti fa pubblicamente retromarcia sull’opportunità di realizzare il rigassificatore a San Ferdinando, forse perché cosciente del fatto che sta andando incontro ad una pesante sconfitta politica su uno dei punti principali del suo programma di governo. Che diranno ora i sostenitori di quel pericoloso progetto, molti dei quali esortati a sostenerlo dallo stesso Scopelliti? Quelli che ci definivano i politici del sempre no a tutto ciò che si vorrebbe realizzare nella Piana di Gioia Tauro?

     

    A questi signori ribadiamo il nostro no convinto a chi vorrebbe fare della Calabria una regione da colonizzare per soddisfare i propri affari economici senza scrupoli ed un pieno sostegno invece a chi è disposto seriamente ad investire in energie alternative, in politiche di rilancio del porto di Gioia Tauro, del turismo e della nostra agricoltura, passando attraverso politiche che sappiano garantire ai nostri cittadini il diritto alla mobilità. Dispiace che in questa battaglia le istituzioni sovracomunali abbiano lasciato soli i sindaci dei tre comuni interessati, perchè prima sono state calate sui territori utopie dissennate, senza il coinvolgimento delle comunità locali, e poi si è fatto ricadere sulle loro spalle tutto il peso di queste spinose vicende. In questo senso, rincresce che il Presidente Raffa non abbia inteso dar seguito all’impegno assunto dal consiglio provinciale all’unanimità, allorquando si decise di istituire una commissione che avrebbe dovuto fare da collettore delle esigenze e delle aspettative dei cittadini sul tema del rigassificatore.

     

    Malgrado le tante rassicurazioni di Raffa, purtroppo devo prendere atto che è stato tradito un impegno importante, perché il mancato coinvolgimento delle popolazioni locali e di chi le rappresenta vuole dire tenere lontani i cittadini dalle scelte che riguardano direttamente la loro vita. Per tutte queste ragioni, sarebbe auspicabile dare vita ad un movimento di lotta unitario sul territorio provinciale, che metta insieme tutte le forze politiche e sociali che vogliono opporsi a queste logiche e a chi le avalla, al fine di contrastare la realizzazione degli impianti di Saline e di San Ferdinando, coscienti che niente e nessuno potrà mai imporci opere inutili e pericolose rispetto alle quali l’ultima parola deve spettare sempre a chi le subisce.