(Il Garantista 12/09/2014) - CINQUEFRONDI – “Va immediatamente convocato il consiglio comunale, il sindaco Cascarano e l’assessore al ramo devono venire a spiegare le ragioni per cui il comune di Polistena si è ritirato dalla gestione del giudice di pace e perché gli altri enti non hanno aderito. I costi ricadranno tutti sui cittadini di Cinquefrondi”. Il leader del gruppo di minoranza Rinascita, Michele Conia, in un colloquio con il Garantista interviene sulla vicenda del mantenimento degli uffici giudiziari e chiede alla giunta di riportare la questione in consiglio, perché “sono mutate le condizioni”. Nell’aprile 2013, spiega infatti Conia, l’assemblea consiliare ha approvato (con il sì di Rinascita) lo schema di convenzione sulla gestione associata che prevedeva l’adesione di tutti e 8 i comuni interessati e non individuava la mediateca come sede del giudice. E invece nella delibera di giugno 2014 inviata al ministero, la giunta Cascarano dà conto della sola partecipazione, a parte Cinquefrondi, del comune di Polistena con due dipendenti comunali, e designa la mediateca quale ubicazione dell’ufficio giudiziario. Lo scorso 29 agosto tuttavia il sindaco Tripodi ritira dalla formazione le due dipendenti.
Nel suo fax non dà spiegazioni, parla di “sospensione” e anche Cascarano si affretta a ridimensionare la faccenda come un fatto temporaneo. Non lo fosse, il comune di Cinquefrondi – l’ente che ha presentato l’istanza di mantenimento del giudice – dovrebbe comunicare al ministero la variazione della pianta organica inoltrata con la delibera di giugno. Attacca Conia: “Nella situazione attuale i costi ricadono sul bilancio comunale di Cinquefrondi e quindi sui suoi cittadini, oltre al fatto che ci rimette il personale dell’ente”.
Dopo la fuoriuscita di Polistena, infatti, a seguire la formazione rimangono i tre dipendenti assegnati da Cinquefrondi. Due di questi, una volta attivato l’ufficio giudiziario a carico comunale, dovranno anche occuparsi dell’attività della mediateca, il loro incarico originario. “Siamo in generale d’accordo sul mantenimento del giudice di pace, ma non a ogni costo – dice il capogruppo di Rinascita – se le spese non sono condivise con gli altri comuni il servizio diventa improponibile. Tanto più che a beneficiarne sarebbero cittadini e operatori del diritto di tutti gli 8 paesi”. La sferzata a Cascarano: “Sorprende la leggerezza con cui sta affrontando la questione. Pensare che spesso lamenta la mancanza di risorse economiche, mentre qui agisce in modo non oculato”. Battuta di Conia anche sull’attività della mediateca comunale: “Se non è più un luogo di produzione culturale, la colpa non è certo di chi vi lavora”.
Dal discorso di Rinascita sul giudice di pace rimane praticamente fuori la scelta di Polistena di abbandonare l’impresa – anche se provvisoriamente, si sostiene. Scelta adottata da Tripodi con una nota personale. Era stato però il consiglio comunale a deliberare la partecipazione polistenese al consorzio con l’apporto di risorse umane.