PALMI – Ha fatto tappa anche a Palmi la campagna di raccolta firme per la salvaguardia dell’acqua a bene comune, promossa dal circolo “Bruno Arcuri” e sposata appieno dall’associazione “Manitese”. Ieri pomeriggio i referenti del circolo e dell’associazione Ong, Peppe Marra e Giuseppe Stanganello, hanno incontrato la stampa per promuovere l’iniziativa di raccolta firme per una legge regionale di iniziativa popolare. «L’idea dell’acqua come bene comune, e quindi pubblico, è perfettamente in linea con il risultato dei referendum nel 2011 – ha detto Marra – L’Italia scelse l’acqua quale bene pubblico, e lo scelse con una partecipazione elevatissima. Purtroppo però da allora si è tentato di reintrodurre il profitto sulla distribuzione dell’acqua per ben due volte, e per fortuna la Corte di Cassazione ci ha dato ragione».
In tutto questo giro, la Calabria appare come una regione “a statuto speciale”, una regione quasi con leggi a parte. «C’è un’azienda, ed è la Sorical, a cui i comuni calabresi pagano ogni anno tariffe che aumentano a dismisura e senza controllo – ha proseguito Marra – La Sorical altro non è che l’azienda partner italiana di Veolia, quella che è venuta nella Piana a gestire un termovalorizzatore che di fatto ha sempre mal funzionato. Nel 2012 la regione ha avanzato la proposta di riformare il servizio idrico, proponendo una società di interesse pubblico per la gestione di tale servizio». Ma non lasciamoci abbindolare dalle parole: una società di interesse pubblico non è una società pubblica, bensì privata, che risponde alla logica del profitto. «La nostra proposta di legge regionale vuole imitare quella proposta e passata in Campania – ha spiegato Peppe Marra – Vogliamo cioè che l’acqua sia gestita da società pubbliche perché è un bene sul quale non è corretto fare profitto a discapito della popolazione che di essa non può fare a meno». Proprio qualche giorno fa è stata diffusa una notizia dalla stampa nazionale: il comune di Parigi ha fatto fuori Veolia, servendosi di società pubbliche per la gestione del servizio idrico, risparmiando in 2 anni 2 milioni di euro. «Noi di Manitese ci faremo promotori di questa iniziativa, allestendo a marzo un banchetto per la raccolta firme – ha detto Stanganello, referente Manitese – Ed a proposito dell’importanza dell’acqua, vorrei precisare che la nostra proposta all’amministrazione di installare rubinetti nelle fontane, non aveva il mero scopo di far risparmiare l’ente, quanto quello di non fare sperpero dell’acqua pubblica. La scelta di chiudere le fontane non rientra in quest’ottica, perché così facendo si privano i quartieri di un bene che è comunque loro».