REGGIO CALABRIA – L’assunto cristiano, secondo il quale gli ultimi saranno i primi, fatica a trovare pieno diritto di cittadinanza nella “stanze” dell’amministrazione comunale della Città Metropolitana. E dire che il protocollo di intesa sottoscritto nei mesi scorsi tra i rappresentanti del Terzo Settore e gli amministratori del Comune di Reggio Calabria aveva dato un barlume di speranza, spalancando le porte ad uno scenario nuovo, foriero di segnali incoraggianti, capace di contemperare, sia pur tra non poche difficoltà, molteplici e delicate esigenze.
Ed invece, con grande rammarico, registriamo in questi giorni una repentina battuta d’arresto, l’ennesima di una serie infinita. Che rischia questa volta concretamente di mettere in ginocchio un comparto delicatissimo, quale quello dei servizi socio – assistenziali alle fasce deboli della società, di pertinenza comunale ma erogati attraverso le organizzazioni non lucrative locali. La misura, stante l’ingente mole dei crediti vantati dalle singole associazioni e di riflesso da ciascun operatore che, ci corre l’obbligo sottolinearlo, nonostante la mancata percezione degli emolumenti maturati continua a garantire i servizi necessari a migliaia di concittadini bisognosi – la misura dicevamo – è stata abbondantemente oltrepassata.
Il collasso è dietro l’angolo. Un eventuale stop dei servizi sarebbe una iattura da scongiurare nel modo più assoluto. All’amministrazione comunale di Reggio Calabria, nella persona del sig. sindaco Demetrio Arena, chiediamo di rompere definitivamente gli indugi ed assumere quelle decisioni funzionali alla risoluzione dell’annosa vertenza, in modo da conferire tranquillità alle fasce deboli, alle loro famiglie ed ai lavoratori.