REGGIO CALABRIA – Siamo rimasti in silenzio. Per rispetto. Nonostante per molti di noi sia stata la prima volta di una protesta, lo sdegno per un concorso fatto a ferragosto per sostituirci dopo anni di lavoro e la paura di restare senza nulla allo scadere dei contratti a dicembre, ci hanno messo addosso l’adrenalina che ci ha fatto sopportare il caldo infernale, per ore davanti il portone del palazzo della Provincia in attesa di una risposta. Dopo dieci giorni di sit-in la risposta è arrivata. L’assessore provinciale Giannetta ha accettato di ricevere i sindacati, Cgil, Cisl e Uil e, finalmente, il sei settembre si sono incontrati. Prima di allora, abbiamo fatto ricorso straordinario, chiesto audizione al presidente Scopelliti, ci siamo appellati al Capo dello Stato, abbiamo subìto attacchi da politici, abbiamo indetto una conferenza stampa per presentaci e prendere le distanze da ogni forma di strumentalizzazione. Il sei settembre l’assessore Giannetta riceve i sindacati. A loro dichiara la volontà dell’amministrazione: nessuna revoca, nessuna sospensione, il bando resta. I sindacati a questo punto difendono il nostro lavoro e chiedono la nostra continuità lavorativa. L’assessore si mostra disponibile a valutare la proposta e insieme, sindacati e assessore, convergono nell’idea di richiedere un tavolo regionale di discussione della questione anche per verificare la disponibilità di un maggiore finanziamento sui piani triennali del lavoro. Sguardi ottimisti, si sciolgono le tensioni. Arriva il momento dei saluti e ci si lascia con un più o meno “vediamo cosa ne dice l’amministrazione provinciale, vi farò sapere” e dall’altro lato l’impegno a richiedere il tavolo regionale. Si apre quindi una nuova fase: l’attesa dell’accordo. E durante questa fase si sospende il sit-in e la campagna mediatica di sensibilizzazione. Cala un rispettoso silenzio. Passano dieci giorni, due settimane e arriviamo ad oggi. Nessuna notizia. Nessuna comunicazione ufficiale. Nessun accordo. Anzi, i sempre bene informati dei corridoi, spargono la voce che negli uffici si stiano accelerando le pratiche per la selezione di 1700 domande, che forse sono state impegnate molte migliaia di euro (c’è chi parla di 100 mila euro ma comunque una cifra enorme se si considera l’inutilità oggettiva di rifare un bando già fatto per reclutare risorse che già ci sono e la contraddizione con la legge nazionale che impone le proroghe delle graduatorie proprio per evitare sprechi) da assegnare a un’agenzia di supporto alla commissione interna, che le prove preselettive, a cui parteciperà anche chi non ha i requisiti, si svolgeranno al Cedir. Dicono. Che poi, se queste spese destinate a un bando illegittimo e superfluo rispondano a un criterio di economicità dell’azione amministrativa, lo deciderà il giudice adito dal nostro ricorso, ma quello che ci stupisce in questo momento è che queste notizie trapelino, invece del nostro lavoro, del nostro futuro, nulla. Ecco perché i sindacati, anche su nostro sollecito, ci hanno convocato in assemblea al palazzo del Consiglio Regionale mercoledì 21. Era necessario un momento di chiarimento. Di comprensione dei fatti. Perché a questo punto il rispettoso silenzio in attesa di una trattativa non ha più senso e inizia a diventare insopportabile. In quella sede i sindacati convergono nell’impegno di portare avanti e con forza le loro istanze in nostra tutela a partire dalla richiesta di un tavolo politico tra l’assessore regionale al lavoro Stillitani, l’assessore provinciale al personale Giannetta e le parti sindacali, entro una settimana dalla richiesta. Noi, lavoratori, approviamo un documento alla loro presenza, in cui ribadiamo, inequivocabilmente, le nostre richieste, peraltro già inoltrate alle massime autorità politiche ed istituzionali: “I lavoratori del CPI si oppongono al “bando di ferragosto” e ne chiedono l’immediata revoca e pertanto intendono insistere su detta richiesta congiuntamente alla richiesta di continuazione dei contratti fino alla scadenza dei Piani Triennali per il Lavoro 2011-2013 nonché all’attuazione della delibera G.P. n° 54 del 25/02/2011 e della delibera G.P. n°105/2011 in tema, rispettivamente, di stabilizzazione dei vincitori del concorso per titoli ed esami espletato nel 2008 attualmente in servizio e di previsione delle stesse figure nella nuova pianta organica dell’ente”. Questo, intanto il primo punto approvato. A seguire la votazione palese, punto per punto, del documento in cui abbiamo indicato le linee della nostra azione di protesta, che riparte immediatamente con la ripresa della campagna di sensibilizzazione sociale nei confronti del nostro dramma. Perché di dramma si tratta. E che si articolerà diversamente in caso di rispetto del termine della convocazione del tavolo e del mancato rispetto dello stesso. Intanto, come annunciato, abbiamo deciso di impugnare il bando davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, e sollecitiamo l’intervento del Presidente della Regione Scopelliti, e del Consiglio Regionale, nell’occasione della prossima seduta, nonché del Presidente della Repubblica Napolitano, a cui abbiamo chiesto di essere ricevuti al Quirinale, per illustrare le gravissime violazioni della Costituzione e della legislazione nazionale perpetrate in materia di diritto al lavoro dall’amministrazione provinciale nei confronti dei vincitori del concorso pubblico per titoli ed esami espletato nel 2008.