CINQUEFRONDI – Il comitato spontaneo per la difesa della sezione staccata di Cinquefrondi del Tribunale non molla. Ieri mattina il coordinatore del comitato, Michele Galimi, ha presieduto un incontro presso il municipio al quale hanno partecipato il sindaco Marco Cascarano, il presidente del consiglio Ivan Raso, il consigliere comunale Michele Conia e gli avvocati Antonio Muscherà, Lucia Alì e Giuseppe Bellocco. L’appuntamento è servito per fare il punto della situazione dopo la notifica del ricorso presentato presso il Tar di Reggio Calabria e sottoscritto da circa sessanta avvocati. Il comitato ha deciso di prendere parte attiva alla manifestazione di protesta, organizzata da alcune associazioni forensi a Roma, attorno alla fine del mese di maggio.
La pronuncia di alcuni Tribunali amministrativi regionali a favore delle nostre tesi, ha dichiarato Galimi, ci induce a continuare la nostra battaglia a difesa di questi presidi di legalità. Stiamo prendendo contatti con i responsabili della commissione Giustizia di Camera e Senato per portare tutte le forze politiche a prendere atto che il decreto legislativo che cancella oltre 200 sezioni staccate di tribunali penalizza il funzionamento della giustizia e non ubbidisce assolutamente al principio di risparmio economico. Nello specifico la sezione di Cinquefrondi rispecchia pienamente i criteri oggettivi fissati dal ministero di Grazia e Giustizia. A questo bisogna aggiungere che attorno al Tribunale di Cinquefrondi fanno riferimento oltre 20 comuni con una popolazione che supera i centomila abitanti. Alcuni di questi paesi distano molti chilometri da Palmi e la distanza è resa ancora più grave da una viabilità pericolosa ed insufficiente. I locali di questa struttura giudiziaria sono di proprietà del ministero e l’utente medio può trovare ampi parcheggi, comodi e gratuiti.
La chiusura sarebbe inconcepibile e penalizzerebbe una realtà che negli anni è diventata una concreta deterrenza per fermare le organizzazioni malavitose che, purtroppo, insistono sul territorio. Intanto nei giorni passati Galimi ha già incontrato il senatore Felice Casson, vice presidente della commissione Giustizia ed i parlamentari del Partito Democratico eletti nella provincia di Reggio Calabria, Demetrio Battaglia, Rosy Bindi e Marco Minniti. Anche per lo smantellamento dei giudici di pace, il comitato sta raccogliendo una serie di dati per dimostrare alle forze politiche che la riforma non produce alcun risparmio. Ed infatti se prima le spese di mantenimento di questi uffici gravavano su capitoli di spesa del ministero con il decreto legislativo in questione dovrebbero gravare sui bilanci dei comuni. Ma non è sempre “pantalone”a pagare? Dov’è il tanto strombazzato risparmio? E come si fa a non capire che i comuni, grazie anche alla drastica riduzione dei trasferimenti economici da parte dello stato, sono già in condizioni di pre-dissesto? Con la bontà delle nostre proposte e con il chiaro intento di potenziare questi servizi nel nostro territorio, siamo convinti di vincere questa battaglia di giustizia e di legalità, ha concluso Michele Galimi.