GIOIA TAURO – Nonostante gli impegni assunti dall’assessore regionale Michele Trematerra, a seguito del sit-in di protesta del 21 giugno di tutti i lavoratori delle comunità montane della Calabria, alla comunità montana di Cinquefrondi, dal mese di aprile i dipendenti continuano a non ricevere il sacrosanto salario indispensabile per mantenere le proprie famiglie. Intanto, nell’attesa della riunione del consiglio regionale, convocato per il 3 agosto, dove dovrebbe essere approvata la legge “Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale”, con un riordino strutturale delle comunità montane ed una diversa connotazione giuridica e di gestione delle nuove realtà costituite, nulla di nuovo si vede all’orizzonte per quanto concerne gli stipendi pregressi non pagati, 4 del 2009, 7 del 2011 e maggio e giugno 2012. Le novità, speriamo positive, che intende attuare la Regione Calabria, dovrebbero imporre un fermo gestionale delle attuali comunità montane ed Afor, con una regolare continuità amministrativa fino all’emanazione della legge di riordino. A Cinquefrondi non è così, difatti, mentre da un lato si delibera l’impignorabilità del fondo cassa disponibile per il 2° semestre del 2012 per oltre € 321.000,00, dall’altro si procede ad affidare a un’organismo esterno (lo stesso che ha fatto condannare la comunità montana di Cinquefrondi a € 26.000,00), la valutazione e attività correlate di risorse umane e riorganizzazione dell’ente per una durata di 5 anni per circa €30.000,00.
Orbene, se la riorganizzazione di Afor e comunità montane spetta al consiglio regionale, appare quantomeno inopportuno deliberare l’affidamento all’esterno di una pseudo riorganizzazione di un Ente, che a breve subirà una trasformazione giuridica ed economica decisa da una legge regionale. Tuttavia se il presidente nella sua autonomia ha ritenuto opportuno assumere tali determinazioni avrà avuto le suo ragioni e, però, deve tener conto che l’utilizzo della disponibilità di cassa deve essere prioritariamente orientato al pagamento degli stipendi, chiedendo al tesoriere, ove necessario, eventuali anticipazioni. Pagare le mensilità pregresse, acquistare i buoni pasto non erogati (fermi al mese di Giugno 2008), evitare ulteriori aggravi di spesa derivanti da procedure giudiziarie per recupero stipendi non retribuiti, tutto ciò dovrebbe essere il lavoro preminente del presidente della comunità montana. Purtroppo, bisogna prendere atto della poca sensibilità di questo ente verso i lavoratori, addirittura costretti a portarsi da casa il sapone e la carta igienica, figuriamoci se possono sperare in un cambiamento positivo in questo scorcio di gestione. Il tempo a disposizione sta praticamente scadendo e probabilmente il 3 agosto sarà approvata la legge di riorganizzazione del comparto, quindi, l’auspicio è quello di trovare la giusta sintesi legislativa per ridare dignità a questi lavoratori, partendo dal diritto a una puntuale retribuzione e al pagamento di tutto il pregresso insoluto, condizione essenziale per vivere serenamente la propria vita lavorativa e familiare.