Cinquefrondi – La prima uscita pubblica post elettorale della compagine di Rinascita avviene in piazza Castello, la stessa piazza dell’avvio della campagna pronta ora ad accogliere i festeggiamenti per l’ampia vittoria conseguita sulla lista guidata dallo sfidante Sergio Corica.
Una kermesse nella quale si è dato spazio ai candidati eletti e non eletti per quel ringraziamento agli elettori che è sembrato un atto doveroso da parte di chi si accinge a governare la città per lo storico secondo mandato consecutivo.
Alberto Conia ha parlato di «vittoria del progetto» introducendo dal palco gli interventi di una visibilmente emozionata Roberta Manfrida che ha giurato fedeltà ai cittadini, di Giuseppe Viscomi che ha ribadito di credere in Rinascita, Francesca Ieraci e Giada Porretta che con «avete sognato Rinascita, avete sognato voi stessi» ha chiuso il primo ciclo di interventi. A seguire, Fausto Cordiano – delineando appassionatamente il profilo di Conia – ha riferito che Cinquefrondi «si è liberata dai gioghi». E se Maria Annunziata D’Agostino ha ringraziato per la fiducia «le teste pensanti», Rocco Furiglio, primo degli eletti, ha sottolineato la scelta della nuova classe dirigente del paese mentre Giuseppe Luciano con «io ci sono sempre» ha concluso il secondo blocco di testimonianze.
Dopo gli intermezzi vernacolari di Totò Varone – che ha riferito di aver ricevuto una lettera anonima piena di insulti per le sue poesie – e la performance artistica del cantautore cinquefrondese Sergio Raso, autore, tra l’altro, del leitmotiv “Cosa vuol dire libertà” liberamente ispirato all’azione politica di Rinascita sul palco è stata la volta del sindaco uscente e rieletto Michele Conia che, a braccio (e con sulle spalle le maglie delle società sportive di Cinquefrondese e Jolly, nda), ha ripercorso la propria storia politica iniziata nel 1993 chiarendo che «l’unico interesse di questo gruppo è Cinquefrondi ed il suo popolo» perché «noi siamo popolo e nient’altro». Con riferimento ad una campagna elettorale affatto scontata Conia ha colto l’occasione per puntare il dito contro «tutta la nomenclatura politica degli ultimi 30 anni che la gente ha mandato a casa».
Proseguendo, il sindaco ha chiarito la necessità di una svolta definitiva per la città porgendo, ancora una volta, i complimenti a Corica per il coraggio dimostrato nell’accettare la sfida ed a Giuseppe Longo, pur senza citarlo, ha ingiunto che per dimostrare il proprio peso politico «si doveva candidare personalmente». Quindi un passaggio sulla disponibilità a collaborare «con chiunque abbia qualcosa da proporre» perché «noi non abbiamo odi o vendette da consumare». Secondo le parole del sindaco, l’attenzione ora è puntata sulla crescita della comunità, sullo sviluppo delle attività produttive, alla «massima disponibilità sulla conurbazione» ed al rasserenamento del clima sociale con Rinascita punto di riferimento perché «è una idea, un progetto che va oltre Conia».