CINQUEFRONDI – Si è trattato di un appuntamento qualificato ed interessante, soprattutto per il dibattito che ne è scaturito dopo l’esposizione della professoressa Ieranò che ha illustrato i risultati di una ricerca svolta tra i giovani di Cinquefrondi per rilevarne bisogni e speranze. Moderato da Angelo Siciliano, sotto l’egida della Coperativa Kalamè rappresentata da Paola Papasidero e con il supporto di Rinascita per Cinquefrondi (era presente Michele Conia), il convegno aveva come tema il “Disagio giovanile ed alternative possibili” contenuto in un cartellone di cinque appuntamenti che si snoderanno tra maggio e giugno prossimi. Prima dell’apertura dei lavori gli organizzatori non hanno mancato di puntualizzare come l’invito alla partecipazione sia stato rivolto ad ogni forza politica, associativa, parte sociale ed imprenditoriale di Cinquefrondi.
E’ toccato a Paola Papasidero introdurre questo evento come fatto culturale proteso all’educazione al bello ed all’apprezzamento dell’arte intesi come prova della voglia di riscatto di una cittadina che appare avvitata su se stessa. Quindi è stata la volta della professoressa Ieranò che ha rappresentato i risultati di una indagine “autoctona”, unica nel suo genere svolta a Cinquefrondi, incentrata a valutare i bisogni del campione di 100 ragazzi rappresentativo selezionato tra i giovani di età tra i 19 ed i 30 anni. La risultanza è stata un mix di sconforto e rassegnazione di una società giovanile abbandonata alla deriva per lo più di se stessa, portata a non credere nella meritocrazia, ma piuttosto pronta ad aggrapparsi a momenti di fortuna o ad atti di buona volontà dei singoli. La professoressa si è soffermate sulle molteplici facce del disagio che si annidano, anche inconsapevolmente, nella nostra cittadina.
E’ parso d’obbligo sottolineare che le problematiche sociali trattate non hanno, ed abbiano avuto, colore politico, essendo del tutto avulse alla logica partitocratica. Ne è scaturito a margine un vivo dibattito cui gli astanti non si sono sottratti dal partecipare apportando talvolta il proprio diverso punto di vista ma che ha segnato alcune nette linee di demarcazione: la rottura della rete sociale tra scuola – famiglie e società civile nel suo insieme; un abbondante ricorso all’incertezza sul futuro; una copiosa ripresa dell’emigrazione. Alcuni interventi non hanno mancato di rimarcare alcuni importanti capisaldi : gli interrogativi su qualità della vita, dei servizi e del lavoro; l’inadeguatezza se non il lassismo di una certa classe politica; la necessità di meglio valorizzare il mondo dell’associazionismo, passando poi ad immaginare a come meglio si possa far risaltare il ruolo del nostro territorio da ripensare quale miniera d’opportunità paesaggistica, storica e culturale. Altri interventi si sono soffermati sulla necessità di una migliore programmazione nonché sul bisogno di progettualità politica intesa come governance di una comunità, fino alla proposta giunta da Pasquale Leva, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, di istituire un osservatorio sociale. Ma il dato che più conta rilevare è, a nostro avviso, come questo appuntamento abbia riservato la positiva sorpresa di generare compartecipazione attiva tra i cittadini.
L’importanza d’aver acceso il dibattito e con esso i riflettori sulla presa di atto e di coscienza sulla nostra comunità, per troppo tempo assuefatta alla propria condizione di immutabile precarietà. Iniziative come questa sono da promozionare e promulgare per la grande fame o sete di parole che i cittadini hanno dimostrato d’avere, se e quando chiamati in causa. Poiché la delega ad amministrare, troppo spesso viene intesa quale delega assoluta in bianco a pensare alle necessità dei cittadini escludendoli, quali inascoltati, nei loro stessi bisogni. E se questo accade, ancor peggio, come fotografato dalla ricerca della prof.ssa Ieranò ai giovani che sono poi le famiglie di domani, ecco che alla politica non resta altro da fare se non interrogarsi con costernazione, dall’interno e nel profondo, per cogliere con umiltà l’espressione più dolorosa del proprio mancato appuntamento.
1 commento
salvatore
21 maggio 2012 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Ma sono stati invitati i politici con tanto di comunicazione in carta bollata?