ENCOMIABILE L’INIZIATIVA promossa dall’Edicola di Pinuccio: il Caffè letterario pensato come nuovo stile di incontro e arricchimento culturale. Iniziativa non completamente nuova nella nostra comunità. In parecchie altre occasioni, infatti, istituzioni ed associazioni varie, hanno proposto la presentazione di libri alla presenza dell’autore. Ma, credo, ci sia una particolarità in questa iniziativa: l’impostazione di una linea di continuità e di sistematicità che si vuole assicurare a questi incontri squisitamente culturali. Cosa, tra l’altro, assolutamente auspicabile, per evidenti finalità di sensibilizzazione culturale, oltre che per dare un contributo alla valorizzazione e vivacizzazione della nostra Biblioteca-Mediateca. Ecco, la sistematicità nel proporre cultura. Si può fare. E l’Edicola lo farà certamente, come d’altronde, ha fatto in altre occasioni.
Finora, due incontri. Il primo, coordinato da Salvatore Tigani, in cui si è presentato il libro “Andata e ritorno” edito da Città del sole Edizioni, alla presenza degli autori Francesco Adornato e Carlo Desideri. Un libro sul treno inteso come mondo. Il mondo, piccolo ma anche grande, di interi paesi del nostro terriotorio, che alle “littorine” hanno confidato affetti, socialità, solidarietà e sofferenza. Anche la più tragica delle sofferenze: quella della partenza, per sempre. La mitica “littorina”, che ha smesso purtroppo la sua funzione, è stata così immortalata grazie a questo bel libro e alle bellissime e suggestive foto che lo corredano. Oltre agli autori, anche il prof. Mimmo Gattuso dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che lotta, nella specificità delle sue competenze, anche con manifestazioni, come la Marcia del treno di qualche tempo fa che ha coinvolto parecchie scuole del territorio, per la riapertura e il rilancio delle “littorine”, vero e proprio patrimonio culturale oltre che infrastrutturale.
Nel secondo incontro, coordinato da Michele Albanese, è stato presentato il libro “La signora di Ellis Island” edito da Einaudi, alla presenza dell’autore, Mimmo Gangemi, e del Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo. Una storia, la vera storia di una famiglia di contadini calabresi, lunga tre generazioni, dall’emigrazione in America al ritorno in una terra già contaminata dalla ‘ndrangheta, alle due guerre mondiali, con in mezzo il fascismo ed il colonialismo, al dopoguerra, fino agli inizi degli anni Settanta. Una storia trasmessa con l’oralità, negli affascinanti racconti che ancora si ascoltavano, magari davanti ad un accogliente camino, che Mimmo Gangemi ha saputo trasmetterci con una scrittura degna di un grande scrittore. La signora di Ellis Island è una donna vestita di celeste con un bambino in braccio che appare a Giuseppe, contadino d’Aspromonte che giunge nella “Merica” e, ad Ellis Island viene respinto alla visita di controllo. Dopo l’apparizione, però, della Signora, gli si aprono le porte del sogno che aveva inseguito: la “Merica”. E su quell’intervento, che Giuseppe interpreta come miracoloso, si innesterà la sua vita che determinerà poi anche la vita della sua discendenza.
Un libro che offre un sentimento di appartenenza, di un popolo alla sua storia, alla sua grandezza storica fatta di stenti, di rinunce, di ingiustizie, ma anche di tanta dignità. Pur se la ‘ndrangheta qua e là compare nel romanzo, essendo essa una verità storica dalla quale non si può eludere. E questo argomento è lo spunto per discutere degli stereotipi sui calabresi, dei luoghi comuni che continuano a mortificare questa terra, che può riscattarsi e liberarsi dal pensare e agire mafioso, solo e soltanto attraverso la sensibilizzazione culturale. E’ questo il senso degli interventi dei relatori presenti, in primis, quello di Giuseppe Creazzo, in veste qui, oltre che di Procuratore della Repubblica di Palmi, anche di estimatore e collaboratore di Mimmo Gangemi. Due incontri che hanno sicuramente calamitato l’attenzione del pubblico presente e che hanno aperto la strada ad altre iniziative simili.