GALATRO – Onorevole Presidente, in risposta alla Sua cortesissima dello scorso 2 giugno, festa della Repubblica, mi corre anzitutto l’obbligo di ringraziarLa per l’attenzione che ha voluto rivolgere anche ai piccoli comuni; a quelli che difficilmente riescono a fare arrivare la loro voce e le loro richieste fin nella “stanza dei bottoni”. La Sua cortese lettera, Presidente, apre il cuore alla speranza. Alla speranza che qualcosa si muove, finalmente!, e si muove dall’alto verso il basso; dal centro verso la periferia. La Sua attenzione verso i procedimenti amministrativi da accelerare e verso i cantieri fermi da anni, riaccende .la speranza di crescita; quella speranza che nei Suoi pochi mesi di Governo e con la Sua determinazione ha dimostrato che può ancora essere alimentata. Il paese ha assoluto bisogno di credere nell’ Amministrazione centrale. Soprattutto in questo particolare momento di crisi e di scompiglio tra i vari schieramenti politici. Il paese che amministro da otto anni, Galatro, ha origini magno-greche e conserva alcune testimonianze della sua passata civiltà sia sul suo territorio (resti del convento realizzato attorno all’Xl secolo dai monaci greco-bizantini seguaci di Sant’Elia) che nelle chiese locali (trittico marmoreo attribuito alla scuola di Antonello Gaggini, pala marmorea cinquecentesca, quattrocentesca statua in marmo alabastrino del Patrono san Nicola, ecc.). Inoltre è presente ed operante un centro termale (di proprietà comunale) le cui acque sulfuree-salso-jodiche furono scoperte e utilizzate in terapia dai monaci greco-bizantini sin da quando, attorno all’Xl secolo, si stabilirono a Galatro. L’agricoltura che per secoli ha rappresentato la fonte principale della nostra economia, langue ormai da tempo e il paese sta registrando un esodo sempre più massiccio delle forze più giovani e più valide. Non c’è lavoro e i giovani intraprendono “il cammino della speranza” verso le città del Nord o verso i paesi europei in cerca di occupazione. E anche le campagne sono abbandonate. Ad un possibile ritorno all’agricoltura e ad un possibile sviluppo del settore come fonte di crescita economica e sociale dell’intera Piana di Gioia Tauro, si cominciò a pensare concretamente sin dai primi anni sessanta. A quell’epoca si pensò alla realizzazione di una grande diga, per rendere irrigui diverse centinaia di ettari di terreni collinari. Nacque e si concretizzò l’idea di una diga sul Metramo (il fiume che attraversa il mio paese) da realizzare in alta collina, in contrada Castagnara a ridosso dell’abitato di Galatro. Nel 1983 sono iniziati i lavori di quella che, per le sue caratteristiche costruttive, dai tecnici fu subito definita “la più grande diga d’Europa del tipo a scogliera”. I lavori della struttura, con una spesa complessiva di circa 850 milioni di lire) sono stati ultimati nel 1996, ma a tutt’oggi l’opera pur essendo stata collaudata definitivamente il 04 aprile 2013 è inutilizzata. Non si capisce perché non si riesce a completare le opere di canalizzazione delle acque per uso irriguo, pur avendo il Consorzio di Bonifica del versateTirreno Reggino, con fondi della Regione Calabria, per ben due volte appaltato i relativi lavori e per altrettante volte gli stessi sono stati abbandonati dalle ditte appaltatrici. Era stato ipotizzato e previsto anche lo sfruttamento delle acque invasate dalla diga Ca900 metri d’altezza) come forza idraulica che alimentasse le turbine di due potenti centrali idroelettriche e di due più piccole. Si disconosce che fine abbia fatto il progetto a suo tempo redatto dal Consorzio di Bonifica. E’ stata fatta una conferenza di servizio per l’utilizzo delle acque per uso potabile, ma ancora oggi molti comuni della piana di Gioia Tauro, della fascia Jonica e Reggio Calabria stessa lamentano la mancanza d’acqua nei periodi estivi, quando la Diga sul “Metramo” invasa 27 milioni di metri cubi d’acqua a 900 metri d’altezza. Sappiamo invece che nella piana di Gioia Tauro si continua a pensare a centrali a turbogas e biomasse, e si trascura la produzione di energia pulita senza alcun impatto ambientale e con ricadute occupazionali e finanziarie per le piccole comunità, che soffrono di un continuo spopolamento. Tutto ciò premesso, ed al solo fine di stimolare il completamento di un’opera così importante per l’agricoltura e quindi con una ricaduta in termini occupazionali per l’intera Piana, anche a nome delle comunità dei paesi limitrofi, On.le Presidente, Le chiedo di evitare che la diga sul Metramo diventi “una cattedrale nel deserto” ma venga ultimata in tutte le infrastrutture ritenute necessarie per una razionale utilizzazione in agricoltura e usi civici delle acque invasate dalla diga. Inoltre che le stesse acque, così com’era stato previsto in fase di progettazione, vengano utilizzate per alimentare le centrali idroelettriche da realizzare a valle, sempre nel territorio del comune di Galatro. Per raggiungere tale scopo, è necessario recuperare i fondi per l’appalto dei lavori di completamento della galleria di adduzione e collegamento tra il megainvaso ed il pozzo di diramazione delle canalizzazioni già realizzati in quasi tutto l’altipiano della Chilèna. On.le Presidente, il completamento della galleria e della canalizzazione garantirebbe lavoro a centinai di operai e il successivo utilizzo delle acque in agricoltura favorirebbe la permanenza nel territorio di molte famiglie ed il ritorno nei paesi d’origine di molti lavoratori che oggi sono emigrati. Il loro ritorno e la ripresa dell’agricoltura sarebbero l’unico toccasana contro la lenta ma ineluttabile fine di tutti i piccoli centri interni di questa zona. Ridia speranza di vita a queste .comunità. Sblocchi i finanziamenti a suo tempo destinati alla realizzazione della galleria. Faccia tornare il lavoro a Galatro ed in questa zona interna della provincia reggina e i cittadini – tutti i cittadini – Le saranno grati. Nella fiduciosa speranza che, tra i tanti problemi a cui quotidianamente deve volgere la Sua attenzione, possa trovare una sollecita soluzione anche per il completamento della “Diga sul Metramo”, anticipatamente La ringrazio e, tempo ed impegni permettendo, La invito a visitare i luoghi descritti.