• Dal 1° luglio cash stop per stipendi pubblici e pensioni. E’ l’avvento della virtual money
    26/06/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    PRENDE IL VIA  il 1° luglio prossimo il divieto per il pagamento in contanti di pensioni e stipendi erogati dalla pubblica amministrazione od enti collegati ai privati percettori se questi superano l’importo-soglia di 1.000,00 €. Dunque per effetto dell’ex D.L. 201/2011 il decreto Salva Italia) poi convertito in legge (214/2011) la limitazione all’uso del contante (per la tracciabilità dei pagamenti, già in vigore attraverso il comma 1 dell’art. 12 della medesima legge) diviene ancora più stringente e, salvo proroghe dell’ultima ora, la platea dei beneficiari pubblici sarà quietanzata esclusivamente con strumenti  di  pagamento elettronici  bancari o postali, ivi comprese le carte di pagamento prepagate. E’ il dettato  dell’art. 12 della L. 214/2011 ad entrare nel merito, informando che – al fine di favorire  la  modernizzazione  e  l’efficienza  degli strumenti di pagamento, riducendo i costi finanziari e amministrativi derivanti dalla gestione del denaro contante -  le  operazioni  di  pagamento  delle  spese  delle  pubbliche amministrazioni centrali e locali  e  dei  loro  enti  dovranno esser  disposte mediante l’utilizzo di strumenti telematici, facendo, di fatto,  obbligo  alle Pubbliche Amministrazioni di avviare il processo  di  superamento  di sistemi basati sull’uso di supporti cartacei.

    Per coloro che percepiscono trattamenti pensionistici minimi e/o  pensioni sociali, i rapporti recanti gli accrediti di tali somme saranno   esentati in  modo  assoluto  dall’imposta  di  bollo con l’espresso divieto alle banche, alla società Poste  Italiane  Spa  e agli altri intermediari finanziari di  addebitare alcun costo. Sarà lo stesso Ministero a farsi promotore di tramite la società Consip Spa, di una o più convenzioni con prestatori di servizi di pagamento, affinché  i soggetti in questione possano  dotarsi  di  POS  (Point  of  Sale)  a condizioni favorevoli, stabilendo tra gli altri che l’ammontare  degli  importi  delle commissioni  da  applicare  sui   prelievi   effettuati   con   carta  autorizzata tramite la rete degli  sportelli  automatici  presso  una banca diversa da quella del titolare della carta sia calmierata e che  la  commissione  a  carico  degli esercenti  sui  pagamenti  effettuati  con  strumenti  di   pagamento elettronico, incluse le carte di pagamento, di credito o  di  debito, non possa superare la percentuale dell’1,5 per cento.

    Inoltre è stabilito, al comma 10, che se entro  i  sei  mesi  successivi  il  Ministero  dello  sviluppo economico,  di  concerto  con  il  Ministero  dell’economia  e  delle finanze, Banca  d’Italia  e  l’Autorita’  garante  della concorrenza e del mercato, avranno valutato positivamente l’efficacia delle  misure definite, le stesse entreranno in vigore in via definitiva a  decorrere, verosimilmente, dal 1 gennaio 2013. Disincentivazione alla  carta-moneta, quindi, a vantaggio della più controllabile moneta elettronica (detta anche virtual money). Certo per diminuire i costi di servizio del contante ma anche (e soprattutto) un modo incisivo e dissuasivo per delimitare i margini di manovra a potenziali evasori.