PRENDE IL VIA il 1° luglio prossimo il divieto per il pagamento in contanti di pensioni e stipendi erogati dalla pubblica amministrazione od enti collegati ai privati percettori se questi superano l’importo-soglia di 1.000,00 €. Dunque per effetto dell’ex D.L. 201/2011 il decreto Salva Italia) poi convertito in legge (214/2011) la limitazione all’uso del contante (per la tracciabilità dei pagamenti, già in vigore attraverso il comma 1 dell’art. 12 della medesima legge) diviene ancora più stringente e, salvo proroghe dell’ultima ora, la platea dei beneficiari pubblici sarà quietanzata esclusivamente con strumenti di pagamento elettronici bancari o postali, ivi comprese le carte di pagamento prepagate. E’ il dettato dell’art. 12 della L. 214/2011 ad entrare nel merito, informando che – al fine di favorire la modernizzazione e l’efficienza degli strumenti di pagamento, riducendo i costi finanziari e amministrativi derivanti dalla gestione del denaro contante - le operazioni di pagamento delle spese delle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dei loro enti dovranno esser disposte mediante l’utilizzo di strumenti telematici, facendo, di fatto, obbligo alle Pubbliche Amministrazioni di avviare il processo di superamento di sistemi basati sull’uso di supporti cartacei.
Per coloro che percepiscono trattamenti pensionistici minimi e/o pensioni sociali, i rapporti recanti gli accrediti di tali somme saranno esentati in modo assoluto dall’imposta di bollo con l’espresso divieto alle banche, alla società Poste Italiane Spa e agli altri intermediari finanziari di addebitare alcun costo. Sarà lo stesso Ministero a farsi promotore di tramite la società Consip Spa, di una o più convenzioni con prestatori di servizi di pagamento, affinché i soggetti in questione possano dotarsi di POS (Point of Sale) a condizioni favorevoli, stabilendo tra gli altri che l’ammontare degli importi delle commissioni da applicare sui prelievi effettuati con carta autorizzata tramite la rete degli sportelli automatici presso una banca diversa da quella del titolare della carta sia calmierata e che la commissione a carico degli esercenti sui pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronico, incluse le carte di pagamento, di credito o di debito, non possa superare la percentuale dell’1,5 per cento.
Inoltre è stabilito, al comma 10, che se entro i sei mesi successivi il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, Banca d’Italia e l’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato, avranno valutato positivamente l’efficacia delle misure definite, le stesse entreranno in vigore in via definitiva a decorrere, verosimilmente, dal 1 gennaio 2013. Disincentivazione alla carta-moneta, quindi, a vantaggio della più controllabile moneta elettronica (detta anche virtual money). Certo per diminuire i costi di servizio del contante ma anche (e soprattutto) un modo incisivo e dissuasivo per delimitare i margini di manovra a potenziali evasori.