ROMA – Alla fine del 2010 i debiti del general contractor ammontavano già a 92 milioni di euro: il 15 settembre la scadenza per le osservazioni del pubblico sullo Studio di Impatto Ambientale (Sia).” Lo afferma Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, che prosegue: “L’iter di autorizzazione per il Ponte sullo Stretto pur essendo una questione tecnica assume un grandissimo significato politico: il 15 settembre è la scadenza per presentare le osservazioni pubbliche sul SIA, ma è chiaro che non ci sono possibilità di realizzare l’opera. Insomm a per un’opera che non si può né si deve realizzare dal gennaio 2003 è in corso un iter che continua a produrre spese a carico della comunità. A fine 2010 erano a debito del general contractor, Eurolink, già 92 milioni di euro: tra progettazione e prestazioni, le spese sostenute saranno risarcite e il governo della spending review deve spiegare se la giustificazione di continuare l’iter sia solo economica: per evitare, cioè, l’ulteriore indennizzo del recesso anticipato dei contratti in corso. Serve chiarezza, visto che dal 19 ottobre 2011, secondo le proposte della Commissione Europea, il Ponte sullo Stretto non è più prioritario tra le grandi opere infrastrutturali, e non avrebbe accesso agli strumenti finanziari della Banca Europea per gli Investimenti.
L’impegno per la crescita non passa attraverso le opere incompiute, inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto, né il governo – che è tecnico solo di nome – può pensare solo a mettere i conti in ordine. L’Europa non ha dettato solo il fiscal compact e il pareggio di bilancio. Con il Libro Bianco sui Trasporti del 28 marzo 2011, l’Europa ha chiesto di cancellare il divario in termini di infrastrutture e di servizi tra il Nord e il Sud, che negli anni ha pesato in particolare sulla Calabria e sulla Sicilia, per la scarsità di ammodernamento dei servizi, l’insufficienza di investimenti nella rete ferroviaria e nelle infrastrutture e le conseguenti ricadute negative sulla competitività del territorio. Ripartendo da qui c’è moltissimo da fare: fermiamo le spese per opere sbagliate e devastanti come il Ponte sullo Stretto, che tolgono risorse alle vere priorità della Calabria, della Sicilia e del Paese.”