ROMA – “Una direttiva superflua, nata senza il confronto con le parti sociali che non colpisce la piaga dell’abusivismo e ‘punisce’ soltanto i venditori ambulanti che rispettano le regole, mettendo a rischio il posto di lavoro di circa 100mila persone tra imprenditori e operatori”. La Presidenza nazionale del sindacato di categoria dei venditori ambulanti ANVA-Confesercenti, riunita oggi a Roma, lancia l’allarme sulla ‘direttiva decoro’ firmata dal Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. “Il provvedimento – sottolinea la Presidenza – metterà sotto tutela tutte le piazze, le strade e gli spazi pubblici che hanno più di 70 anni. Praticamente verrà ‘blindata per direttiva’ mezza Italia, cacciando dai centri urbani gli operatori che agiscono nel pieno della legalità. Si tratta di una direttiva che non ha ragione d’essere, visto che i Comuni hanno già a disposizione tutti gli strumenti necessari a tutelare i beni culturali delle nostre città; e che è nata senza avviare alcun confronto con le associazioni di categoria degli ambulanti, che pure sembrano essere l’obiettivo principale del provvedimento di Ornaghi.
Un atteggiamento di difficile lettura, visto che la nostra categoria è sempre stata molto attenta al tema della compatibilità tra commercio ambulante e beni culturali”. L’entrata in vigore della direttiva, spiega inoltre la Presidenza, potrebbe avere effetti esiziali sul settore del commercio ambulante: “il grave inasprimento voluto dal Ministro non conserverà meglio il nostro patrimonio artistico: ad esempio cancellerà mercati storici, come quello di San Lorenzo a Firenze, ben più antichi dei beni che si vogliono tutelare. In compenso, avrà un esito devastante sul settore: in primo luogo perché impedirà di offrire i servizi commerciali ai flussi turistici, limitandone la ricaduta positiva sul tessuto economico italiano. Inoltre, solo considerando i centri storici delle nostre città, potrebbero sparire il 50% delle imprese ambulanti, che in tutto sono 178mila e occupano 267mila lavoratori: in totale sono a rischio i posti di lavoro di più di 100mila persone tra dipendenti e imprenditori”. Per questo, la Presidenza ha chiesto “un incontro urgente con il Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, le sovraintendenze delle Regioni e i rappresentanti dell’ANCI, per illustrare le problematiche di un settore commerciale che vale 15 miliardi di euro l’anno e senza il quale le nostre città sarebbero più vuote, meno sicure e meno ricche”.