MILANO- Alessandra Sgarella, l’imprenditrice milanese rapita il 1°dicembre 1997 e liberata a Locri il 4 settembre 1998, è morta nella notte all’Humanitas di Rozzano dopo una lunga malattia. Qualche ora prima era stato arrestato Francesco Perre, l’ultimo latitante per il sequestro della donna.
Perre, 44 anni, affiliato alla cosca Barbaro della ndrangheta, era ricercato dal 1999 perché condannato a 28 anni di reclusione per il sequestro. Nel momento in cui è stato bloccato dai carabinieri, stava innaffiando una coltivazione di canapa indiana che aveva avviato da alcuni mesi, composta da oltre duemila piante, fra Palizzi Superiore e Bova. Il latitante ha tentato la fuga a piedi, ma ha avuto il tempo di percorrere soltanto poche centinaia di metri perché è stato subito raggiunto e bloccato dai carabinieri.
Il giorno del rapimento la donna aveva 39 anni. Sgarella era moglie di Pietro Vavassori, proprietario di un’azienda di trasporti internazionali, la Italsempione, e da poco patron della Pro Patria, storica e gloriosa società calcistica di Busto Arsizio. I club di tifosi della squadra hanno pubblicato sul proprio sito Internet un messaggio di cordoglio rivolto al marito della Sgarella, “al figlio Ivan e a tutta la famiglia condividendone il dolore e partecipando al lutto con le più sentite condoglianze”.