CINQUEFRONDI – “Penzeru di sempi… servizzu di pocu”. In questo detto dialettale calabrese può essere racchiuso il senso dell’ennesima iniziativa messa in campo dall’Edicola di Pinuccio. Nello spirito che anima i volontari ed in attuazione dei fini statutari, dopo aver messo in piedi un’apprezzatissima mostra storico- fotografica che non ha eguali conosciuti grazie al volontario contributo da parte dei cittadini e soprattutto grazie all’accesso esclusivo all’archivio storico fotografico Tropeano, dopo aver tappezzato le pareti della sede di Piazza della Repubblica con foto che raffigurano e rievocano la storia di Cinquefrondi degli ultimi 50-60 anni, l’Associazione parte con una nuova iniziativa.
E’ un’idea vecchia di qualche tempo che prende forma quella di realizzare una mini-mostra-museo sull’evoluzione tecnologica degli ultimi quarant’anni. Un’idea partita con l’intento di reperire e mettere in mostra il materiale informatico dagli albori fino ai giorni nostri e che, giocoforza, si sta trasformando in una più ampia vetrina che ricomprende anche la storia della radio, della televisione, del telefono, della riproduzione della musica, della fotografia, del cine-video e di quant’altro oggi può essere collegato al termine “digitale”.
Oggi tutto gira intorno a questo termine. Oggi i bambini, i ragazzi ed i giovani si ritrovano a smanettare con piccoli aggeggi multifunzione senza conoscere nulla di cosa ci sia dietro quel minuscolo apparecchio. Ed è proprio in questa direzione che va la mostra. A regime (oggi è ancora una micro anche se già significativa ricostruzione storica) l’Edicola intende mettere a disposizione degli scolari e degli studenti un “parco oggetti” assolutamente estraneo alle nuove generazioni e che rischia di andare definitivamente perso per incuria o sfrenato consumismo.
In due giorni di raccolta in sole tre famiglie si sono resi disponibili autentici pezzi di storia, dalla cinepresa video8 al proiettore 8mm, dalla radio a valvole anni ’30 alla radiolina a transistor che si usava al campo sportivo negli anni 70, dal commodore 64 al primo esempio di pc portatile passando attraverso la prima console tv antesignana della moderna playstation, dal registratore a bobina “Geloso” ai moderni sistemi di riproduzione audio passando attraverso “stereo 8″, Stereo 7″ ed il famoso giradischi di “Selezione” capace di riprodurre vinile modello 33, 45 e 78 giri (anche questi in mostra), dal telefono a disco bigrigio “sip” ai telefonini mobili passando attraverso il primo esempio di videotelefono.
Insomma, primi vagiti di una neonata mostra che vuole diventare anche questa come quella fotografica, che peraltro permane in sala, a “partecipazione popolare”. Spazio permettendo quindi e con l’idea di rendere la mostra-museo sempre più completa e vasta (magari in locali più ampi), parte il solito appello ai lettori. Se è vero che da sole tre famiglie è già stato reperito tanto materiale, saranno tante quelle che in custodiscono nelle cantine o nei vecchi armadi pezzi di storia da far conoscere alle nuove generazioni perchè vivano il presente senza dimenticare un passato vicino per i genitori cinquantenni ma che rischia di diventare molto lontano o addirittura essere dimenticato dai genitori di domani.
Il sogno dei volontari è quello di realizzare un vero e proprio percorso con guide audio-video per scolari e studenti. Obiettivo finale quello di “spacchettare” l’odierno smartphone riassegnando le molteplici funzioni in esso ricomprese a singoli oggetti antesignani del “concentrato tecnologico” destinato a chissà quali nuovi traguardi. Work in progress, lavori in corso quindi, ma l’appello alle istituzioni parte sin d’ora. Solo la sinergia con le istituzioni scolastiche e locali potrà completare il percorso ricostruttivo appena iniziato. Locali più ampi e materiale umano discente gli elementi necessari per creare un vero e proprio museo che non avrebbe uguali sul territorio.
Tantissimi gli attestati di stima per l’iniziativa in un solo giorno di esposizione, tanti gli apprezzamenti da parte di chi collega ad ogni oggetto un’episodio, un aneddoto del proprio passato. Per loro un emozionato “amarcord”, per noi volontari un’emozionante esperienza. Non sono mancati primi accenni di “visita guidata” ad alcuni ragazzi che frequentano le scuole medie locali. La reazione? Occhi sbigottiti e tanta attenzione verso l’esposizione, alla faccia di chi dice che i ragazzi di oggi non si interessano di nulla!
La mini mostra museo è aperta nelle ore serali tutti i giorni, nel corso del fine settimana è possibile anche l’apertura antimeridiana.