CINQUEFRONDI - Mi sono sempre chiesto, con le parole di don Milani, che senso abbia “avere le mani pulite e tenerle in tasca”. O lamentarsi della cattiva politica e non impegnarsi per farne di buona. Ho sempre preferito alla rassegnazione l’azione e alla rinuncia l’impegno, tentando di dimostrarlo ogni giorno al fianco dei cittadini. Ho cercato di essere sempre propositivo a fronte di una rassegnazione dilagante nel nostro territorio, che vede la Piana di Gioia Tauro, la Provincia di Reggio e la Calabria intera come le protagoniste di una “battaglia persa”, i frutti di una “strada smarrita” o, peggio, i fanalini di coda nell’agenda politica nazionale. È vero che, da quando ho memoria, la politica e parte delle istituzioni hanno provato a convincerci che non siamo altro che questo: un bacino elettorale al quale attingere ogni volta con le stesse promesse disattese, una discarica in cui smaltire armi chimiche pericolosissime e un deserto nel quale progettare impianti obsoleti e altamente inquinanti. Ma è anche vero che, insieme alla stanchezza diffusa di una intera generazione, vi è una Calabria che reagisce e pratica politiche nuove, ispirate da una idea di sviluppo innovativo ed ecosostenibile.
La nostra terra ha molto da offrire: un enorme patrimonio agroalimentare, infrastrutture dall’incredibile potenziale di sviluppo come il Porto di Gioia Tauro, istituti di eccellenza spesso vittime di una politica nazionale lontana e miope, come il Carcere di Laureana, la cui riapertura, dopo un anno di battaglie condivise con il territorio, ha rappresentato una grande occasione di riscatto per la Calabria. Per non dimenticare l’incredibile mole di ricchezze storiche e archeologiche dimenticate, mal conservate o semplicemente ignorate, risorse su cui ho più volte sollecitato l’attenzione della Provincia e della Regione, attivando campagne di ricerca archeologica e promozione culturale. Convinto che il Noi debba prevalere sull’Io, proprio adesso che l’antipolitica dilagante cerca di far passare l’idea che “siamo tutti uguali”, sono persuaso che il consenso debba ricominciare a fondarsi sulle buone pratiche politiche e amministrative piuttosto che su investimenti economici e di immagine, e che impegnarsi personalmente sia il modo più efficace per strappare le redini del nostro futuro dalle mani dei soliti noti e di chi ne ha sempre fatto un uso personale.
Per continuare a far valere queste idee e proseguire lungo un percorso politico coerente contro i soprusi e la corruzione e a favore delle classi sociali meno agiate, ho deciso di candidarmi alla Regione Calabria, consapevole del fatto che sia dovere di ogni persona perbene avere il coraggio di metterci la faccia e adoperarsi per rappresentare le istanze delle realtà positive e propositive del nostro territorio. Per queste stesse ragioni mi candido in una lista orgogliosamente di sinistra, nel momento in cui proprio La Sinistra è chiamata ad avere un ruolo non solo di testimonianza ma anche di incisiva propulsione nel cambiamento della società. È giunto il momento per la Sinistra di riappropriarsi dei valori che storicamente le appartengono, per riportare al centro del dibattito politico i diritti dei lavoratori, la tutela dei beni comuni, la ripubblicizzazione dei servizi e la salvaguardia dell’ambiente. Per tutti questi motivi chiedo un sostegno a tutti quelli che si identificano in questa visione della politica, con l’ambizione e l’umiltà di rappresentare la Calabria migliore e nel tentativo di rispondere concretamente alla malinconia delle vecchie generazioni con la speranza delle nuove.