• Emergenza migranti. Longo: “Il ministro Kyenge tende la mano alla Calabria. Scopelliti colga questa opportunità”
    04/02/2014 | Giuseppe Longo - Consigliere provinciale | Comunicato
    giuseppe longo

    giuseppe longo

    REGGIO CALABRIA – Il 17 dicembre 2013 ho indirizzato una lunga lettera al Presidente del Consiglio dei ministri Letta, al ministro per l’integrazione Cécile Kyenge Kashetu, al Governatore della Regione Calabria Scopelliti, al Presidente della Provincia di Reggio Calabria Raffa e all’allora Prefetto di Reggio Piscitelli. Nella missiva, cercavo di sensibilizzare Provincia, Regione e Governo sull’eterna emergenza che ogni anno riguarda nella Piana di Gioia Tauro oltre tremila migranti, un popolo di fantasmi che ricompare periodicamente come dal nulla nelle campagne a ridosso della tendopoli di San Ferdinando. I ripari precari dentro ai quali abbiamo “sistemato” i nostri fratelli africani – riferivo nella lettera – sono quest’anno persino privi dell’elettricità oltre che del calore dei volontari che negli anni scorsi provvedevano al loro sostentamento con un paio di pasti caldi al giorno. Nella nota provavo a far notare alle alte cariche dello Stato come siano mancate e continuino scandalosamente a mancare la volontà politica per trasformare l’emergenza in una risorsa anche culturale per le nostre comunità e, come spesso avviene nel nostro territorio, la lungimiranza per evitarne la cronicizzazione.

     

    Pochi sono infatti i comuni sensibili all’integrazione dei migranti e forse insufficienti i fondi stanziati per i progetti “Recosol”, che rappresentano in ogni caso un importante investimento per lo sviluppo sociale e culturale del nostro territorio. A oggi, ho ricevuto risposta soltanto dal ministro Kyenge, la quale scrive attraverso il suo capostruttura una accorata lettera in cui comunica di avere avviato un’azione a più livelli per contrastare la condizione di grave sfruttamento in agricoltura dei lavoratori stranieri, fenomeno – dice – “ben noto al Ministero per l’integrazione”. Tale azione – continua il ministro – “si concretizza in un programma di cooperazione interistituzionale con le Amministrazioni a vario titolo competenti, la Magistratura e le Forze dell’ordine, finalizzato a rafforzare il sistema dei controlli sul lavoro sommerso, avviare azioni formative per la prevenzione del fenomeno e sensibilizzare le forze sociali e imprenditoriali sulla massima vigilanza e denuncia di una delle forme più odiose di sfruttamento”.

     

    Il primo atto di tale programma è stato compiuto con la firma del protocollo di intesa tra il ministro Kyenge e il Presidente della Regione Toscana. Il ministro conclude la sua missiva avvertendo che il protocollo è pensato per essere esteso a “tutte le Regioni che vorranno impegnarsi in maniera congiunta nella lotta allo sfruttamento lavorativo” e dichiarandosi “aperta e disponibile ad avviare un’analoga interlocuzione anche in Calabria, qualora la Regione intendesse condividere con lei un programma d’intervento sul tema”. Prendendo atto, per l’ennesima volta, dell’enorme ritardo con cui la Regione Calabria risponde alle criticità del territorio e della infrequenza con cui essa si mostra capace di servirsi di quegli importanti strumenti e mezzi che il Governo, seppur episodicamente, mette a disposizione degli enti regionali, ci chiediamo dunque come mai fino a oggi il Governatore Scopelliti, nonostante le tante promesse e gli impegni disattesi nel corso del suo mandato, non abbia intrapreso nessuna forma di collaborazione diretta e concreta con il ministero per l’integrazione. Questa potrebbe essere una grande opportunità per dimostrare che la cultura dell’accoglienza non si esaurisce nei discorsi ampollosi delle istituzioni e dei politici in campagna elettorale ma che essa è il valore umano più alto da mettere in pratica in tempi duri come quelli che stiamo attraversando.