• “Esiste il Grana Padano, dunque anche la Padania”. Un leghista ignorante spopola sul web. A quando lo Stato di Calabria legittimato dalla soppressata calabrese?
    24/11/2011 | l.m. | Edicola di Pinuccio

    NEGLI ANNI NOVANTA una rubrica del settimanale di satira Cuore (Chi ci governa…) inchiodava alle proprie responsabilità il ceto dirigente nazionale catalogando dichiarazioni prive di logica, cultura, conoscenza stessa della lingua italiana. Ora dalla rete spunta un eroe che avrebbe spopolato anche a quei tempi: tale Buonanno, leghista, il quale, sprezzante del ridicolo, afferma che l’esistenza del Grana Padano (inteso come formaggio) sia la prova dell’esistenza della Padania (intesa come quasi-stato).

     

     

    Il padano si commenta da sè. A noi fa venire in mente che se andiamo avanti cosi, uscirà qualcuno che inneggerà allo Stato della Calabria utilizzando allo scopo la soppressata calabrese. Ma tant’è.

     

    La rassegna avrebbe certamente raccolto le grida di dolore della lingua italiana calpestata da una deputata del Pdl, Micaela Biancofiore (nota per aver fatto da coerografia in una foto di Silvio B. che ostenta il dito medio), e che ben merita questo corsivo di Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera.

     

    berlusconi e biancofiore

    «A scuola, allora, si cominciava con le aste, centinaia di aste su quaderni a quadretti con la matita, non ancora col pennino e l’inchiostro. Poi, si passava alle vocali; poi, alle consonanti; poi, all’assemblaggio di una consonante e di una vocale; quindi, si congiungevano le sillabe per formare parole. E si copiavano parole dal sillabario e si facevano schede d’esercizi. Esercizi che duravano dei mesi…».

    Ecco, l’onorevole ripetente Michaela Biancofiore dovrebbe ricominciare da quell’ultima intervista data da Leonardo Sciascia a Le Monde prima di morire. Riparta dalle aste. O almeno dalle vocali: a-i-u-o-l-e. Perché una cosa deve mettersela in testa: deve piantarla di difendere l’italianità dell’Alto Adige commettendo strafalcioni mostruosi non solo per un deputato ma per un somaro della seconda elementare.

    MICHAELA BIANCOFIORE Si è schiantata sugli accenti («dò», «stà», «pò»), ha detto che gli avversari la vogliono «distrutta, annientata, denigrata, scanzonata» (voce dello sconosciuto verbo michaeliano «scanzonare»), ha inventato «l’amantide religiosa». Creatura che, con l’apostrofo lì, è ignota in natura. Insomma: un disastro.