Il tempo di sviluppo nella camera oscura della fotografia degli inquinanti chimici delle acque superficiali, Metramo e Budello, e delle acque di balneazione del tratto compreso tra i due corsi d’acqua è stato molto lungo perché si sono verificati più volte i risultati ed è stato arduo mettere a fuoco l’immagine. Alla fine una fotografia indicativa, anche se non legittimamente rappresentativa, siamo in grado di fornirla. I prelievi sono stati effettuati in data 1° agosto, ed avviati al laboratorio R&AS di Siderno, del Chimico Giuseppe Tassone, ed i cui risultati hanno reso un’immagine preoccupante soprattutto per quel che riguarda le acque superficiali del Budello e per quelle di mare alla foce. Vi sono elementi che si sarebbe dovuto indagare con più campionamenti con il metodo del 75 percentile ma i tempi ed i costi ci hanno fatto attestare sull’istantanea al momento dei prelievi. I tensioattivi sono presenti in tutti i quattro campioni delle acque di balneazione ( 3,5 e 4,5 sul lungomare, 16 e 18 mg/L pontile sud e nord) con eccessivo superamento del valore limite di 0,5 mg/L previsto dal DPR 470/82 che, seppur abrogato, costituisce l’unico punto di riferimento in quanto il D.Lgs n.116 del 30 maggio 2008 e il DM 30 marzo 2010 si riferisce solo ai limiti dei valori batteriologici per le acque di balneazione. “La maggior parte delle sostanze tensioattive non sono biodegradabili e fanno parte dei prodotti utilizzati nel lavaggio e pulizia. I tensioattivi si trovano negli scarichi civili, artigianali ed industriali, Formano schiume, impediscono il rimescolamento delle acque.” (Alberto Capra – La gestione della qualità delle acque di balneazione- Maggioli editore 2011).
Le analisi riferite ai campioni prelevati nelle acque superficiali dei torrenti Petrace e Budello hanno evidenziato alcune criticità preoccupanti. Le acque del Petrace, all’atto dei prelievi, hanno evidenziato una presenza di Azoto Nitrico pari a 21,5 mg/L e di tensioattivi per un valore di 20,4 mg/L. Nelle acque del Budello i risultati di laboratorio evidenziano una situazione molto più grave e per certi versi contraddittoria. L’azoto ammoniacale è presente a monte, nei pressi del ponticello sulla S.S. 18, con un valore minimo di 0,3 mg/L mentre a valle, prima di sfociare a mare, assume il valore 12 mg/L, nettamente superiore. Lo stesso succede per l’azoto nitrico che a monte risulta 18 mg/L mentre a valle assume il valore 63mg/L. A valle, risultano inoltre gravemente presenti idrocarburi policiclici aromatici (classificati come sostanza pericolosa prioritaria) con una concentrazione pari a 18 ug/L che superano il valore limite previsto pari a 0.2 ug/L e e solventi organici come il tricloroetilene, con una concentrazione di 3.000 ug/L rispetto al limite previsto di 10 ug/L. Gli IPA, riconosciute come sostanze cancerogene, sono il risultato di diverse attività industriali, e possono anche generarsi durante i processi di combustione incompleta. A causa della loro elevata lipofilia, questi tendono ad accumularsi nel particolato aeriforme organico ed inorganico che sotto l’azione degli agenti atmosferici può essere diffuso in tutto l’ecosistema; considerata l’alta affinità con i sistemi biologici gli IPA possono ritrovarsi nei tessuti adiposi degli organismi (per esempio pesci).Il tricloroetilene o trielina, appartenente invece alla classe di solventi organici clorurati, noti per la loro cancerogenicità: a causa della loro volatilità queste sostanze possono contaminare le acque superficiali essenzialmente in prossimità dei siti di sversamento.
Anche per i metalli pesanti vi sono state delle evidenze, mentre per il piombo abbiamo a monte un alto valore ( 9,6 ugl/L con 10 valore limite) ed a valle il valore precipita a <1; il nichel a monte presenta un valore molto alto ( 190 ug/L con 20 valore limite) mentre a valle risulta 4,2 ug/L. La cosa si potrebbe spiegare solo con l’immissione tra monte e valle di reflui inquinanti che fanno salire i valori degli azoti ma fanno precipitare i valori dei metalli pesanti, fissandoli sul terreno di scorrimento con rilascio lento ma non meno preoccupante.
Da questa fotografia si denota come per la nuova normativa sulle acque di balneazione risulti tutto a posto mentre se s’indaga più a fondo si trovano presenze inquietanti, a parte l’azoto nitrico e ammoniacale, che è nutrimento puro per le fioriture algali; sarebbe interessante capire quali sono le fonti di apporto della trielina, dei tensioattivi e dei metalli pesanti dato che la zona risulta costantemente monitorata dagli organi competenti. Per la verità anche il canalone di San Ferdinando risultava monitorato ma con i risultati che tutti conosciamo.
Il secondo step, effettuato in data 19 agosto 2016, ha evidenziato presenze preoccupanti di idrocarburi nei tre campioni prelevati oltre che presenze pesanti di Nichel, rame e zinco nel risultato delle analisi dell’acqua del pontile nord.