CINQUEFRONDI – Quando qualche tempo fa da questo sito partì l’appello alle istituzioni non si poteva credere che si sarebbe arrivato a tanto. Piano piano l’argomento archeologia, grazie all’impegno ed alla sinergia tra provincia, comune, soprintendenza, ha consentito l’avvio di una campagna di scavi per lo studio dell’area di contrada Mafalda di Cinquefrondi dove è sicura la presenza di una villa romana del II-III secolo d.C. e non si esclude la preesistenza di un’altra struttura ancora più antica.
Nell’area sono impegnati da una settimana gli studenti provenienti da diverse regioni in uno stage volto ad approfondire i risultati della prima campagna risalente a più di un decennio fa. L’Edicola di Pinuccio ha seguito con interesse l’evolversi della situazione che dovrebbe portare anche ad approfondimenti sul sito di contrada San Filippo. Stamattina dopo aver interpellato il responsabile Francesco Cuteri, abbiamo visitato il cantiere.
Sulla stampa in questi ultimi giorni sono apparsi alcuni articoli sui lavori, altri ne usciranno per le diverse visite dei reporter che si sono succeduti nel corso dell’intera mattinata. Dare il giusto risalto ad un evento unico per la comunità cinquefrondese, sembra quantomeno dovuto. Ma torniamo alla cronaca. Di buon mattino, armati di stivali di gomma e soprattutto di tanta buona volontà, abbiamo incontrato Cuteri che ha accolto di buon grado l’offerta di collaborazione e assegnandoci ad una squadra operante nella parte dell’area dove, a parere dell’archeologo, vi era uno stabilimento termale.
Piccone, badile, carriola, cazzuola alla mano si comincia a ripulire l’area in prossimità dei muri scoperti nell’ultima settimana. Via via, sotto la guida attenta di Angelina e di Paola, due delle esperte presenti, tra la terra ed i sassi, affiorano pezzi di mattoni dalla forma particolare, manici di piccole anfore e molto altro materiale interessante che sarà ripulito e analizzato nella seconda fase dei lavori. Tanti i curiosi che passano per la strada comunale interpoderale che congiunge Aracri-Mafalda con Gunnari. Contadini incuriositi, cittadini che hanno sentito parlare degli scavi, tutti alla ricerca di notizie. Si fermano come spettatori per qualche minuto, chiedono spiegazioni e poi vanno via. Non ci sono parole che possono descrivere l’emozione di chi, prestando le proprie mani, tra terra e pietre di ogni dimensione, scopre qualcosa che migliaia di anni fa è passata per le mani dei nostri predecessori. Uno sguardo all’orologio ed è già ora di andare via. Angelina raccoglie gli attrezzi messi a disposizione dal comune e ci da appuntamento alla prossima occasione.
Prima di lasciare il sito fotografiamo il frutto del lavoro di una mattinata e, con orgoglio, documentiamo quanto si è scoperto insieme al gruppo: un tubo di terracotta del diametro di circa cinque centimetri immerso in un pezzo di muro che, a parere di Cuteri, costituisce la conferma del fatto che si trattava di un insediamento termale. E’ la condotta di adduzione dell’acqua per le terme (foto).
Chiudiamo con l’appello alla scuola. La campagna di scavi in corso non deve passare nel silenzio totale delle scuole cittadine e del comprensorio. Portare gli scolari o gli alunni nel sito costituisce un obbligo per chi la storia la fa studiare solo sui libri. Non conosciamo ancora quelli che saranno i risultati definitivi della campagna, ma la visita e l’approfondimento storico sul sito da parte degli alunni di certo lascerà qualcosa in più nelle loro menti rispetto ad una mnemonica operazione di “assorbimento” di quattro righe scritte in un libro.