CITTANOVA – In Calabria la crisi assume sempre più aspetti strutturali e di grande sofferenza. Crolla l’occupazione e l’alta percentuale dei senza lavoro fa tremare l’intero sistema paese. Come se non bastasse, le banche riducono il credito alle imprese e alle famiglie, ingessano l’economia e l’indice di povertà aumenta. La povertà, sintesi nefasta di tante tragedie e deviazioni sociali, colpisce ancora e fa sentire i morsi della fame persino in quelle famiglie monoreddito un tempo definite ceto medio. Questa crisi è la chiara connotazione di una pesante congiuntura negativa, una sofferenza orizzontale dell’intero apparato. Ne soffrono tutte le attività produttive e, inevitabilmente, il mondo del lavoro e il diritto di cittadinanza. Da cosa deriva tutto ciò? La risposta più semplice è quella sbandierata da tutti i potentati delle holding finanziarie e dagli apparati politici: la crisi globale. Intanto, nessuno ha colpa dell’ingestibile povertà seminata nell’ultimo ventennio di governo del paese e dell’enorme debito pubblico accumulato. Certo, il cittadino comune trae una semplice conclusione: tutto ciò deriva dalla sommatoria dell’operato di uomini e donne detentori del potere, dei loro scelerati comportamenti nei ruoli ricoperti di classe dirigente e di classe politica, di governo e di opposizione. Insomma una rappresentanza del popolo italiano inadeguata a garantire i diritti universali scritti nella carta costituzionale. In questo marasma, persino le Organizzazioni sindacali confederali subiscono una deviazione storica, si dividono dimostrando interessi e tutele diversi da quelli unitari e indivisibili che hanno dato vita al sindacalismo italiano, lasciando vuoti istituzionali manovrati dall’una o dall’altra parte a seconda della convenienza del momento. Pur tuttavia stenta ad emergere uno schieramento politico di donne e uomini per bene capaci di abbandonare la sporca abitudine di accontentare parenti e amici, clienti e clientele,un grande minestrone dentro un contenitore indistinto di consensi necessari per essere rieletti. Questo scenario ha determinato un vuoto sociale, colmato da movimenti spontanei, se vogliamo, rivoluzionari del presente e pronti a riscoprire quel modo di fare politica, in chiave moderna, ma con un linguaggio semplice, forse dimenticato, utile solo ad esprimere il malcontento degli italiani ma senza proposte concrete tangibile nella vita quotidiana degli onesti. Comunque sia, questo metodo, basato sulla continua protesta, è risultato vincente, paradossalmente favorito dall’attuale grande crisi. Un consenso sempre più crescente di rappresentanza politica che si distingue con la partecipazione di tanti giovani che riempiono le piazze e si organizzano con un “clic” per ritrovarsi a manifestare contro il sistema partitico e sindacale tradizionale. Una forza di potere contro il potere. Talmente dirompente e crescente nel dissenso da mettere in discussione qualsiasi forma di governo e di aggregazioni di destra e sinistra. Un soggetto dell’era moderna con chiare connotazioni di protesta organizzata, trasformatasi in pochi anni in forza politica contro la politica. La protesta organizzata, quale forma di ribellione al sistema in essere, ha un inizio e una fine e, inevitabilmente, subirà la fisiologica trasformazione delle altre forze politiche e di governo. Il dato politico interessante sarà quello di vedere in che misura, questa sana e pacifica ribellione, riuscirà a rappresentare il popolo e diventare vera classe dirigente. Questo storico evento ha appena sfiorato la nostra regione, noi come Sezione Cittadina di Italia dei Valori, siamo pronti a realizzare fatti concreti, partendo dal lavoro e dai valori di legalità per costruire nuove opportunità di crescita sociale, economica, culturale e dei diritti. Una nuova condizione di vita che parte dal basso, dalla valorizzazione vera e strutturata nel tempo di tutte le potenzialità presenti sul territorio calabrese. Creare un sistema virtuoso per favorire la nascita di nuove imprese legate alle tradizioni artigianali, ai prodotti di qualità, ai mestieri dimenticati, alle nuove e sane abitudini alimentari, alla trasformazione e riutilizzo dei rifiuti, alla lavorazione e confezionamento dei nostri nuovi prodotti. La sede di Italia dei Valori di Cittanova è nata e sta crescendo per fare questa politica, mettere insieme tante belle teste per concretizzare idee, percorsi di vita, valorizzare e mettere in rete tutte le qualità presenti in Calabria, creare un mondo nuovo di persone oneste e laboriose pronti a intraprendere la via del futuro. Fare sistema, per il bene del Paese, abbattere i muri del clientelismo, dimostrare la fattibilità di tante cose buone e utili per l’economia, la cultura, la legalità e far nascere un’era nuova dei diritti, con la semplice forza della testardaggine, la competenza, l’entusiasmo, la voglia di vivere il territorio e farlo crescere, l’intelligenza e la preparazione dei nostri giovani. Tutto questo e tanto altro ancora deve formare l’insieme di una bella pagina di storia per Cittanova e il suo popolo di cittadini onesti per dare vita al lavoro perché il lavoro è vita.
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Grillismo e futuro della politica. Gentile (Idv): “Dare risposte alla crisi globale”12/12/2012 | Giuseppe Gentile, Idv Cittanova | Comunicato