REGGIO CALABRIA – La grave crisi economica internazionale, “frutto acerbo” della cupidigia dell’uomo, non sembra aver esaurito la sua forza. Le varie misure intraprese dai singoli Stati – incapaci di “globalizzare” la crisi con strategie scevre da nazionalismi – solo in parte sono riuscite a mitigarne i disastrosi effetti. La realtà di tutti i giorni è caratterizzata da profonde trasformazioni di strutture, abitudini, abiti mentali. Il quotidiano di migliaia di persone risulta spesso modificato. Tutt’altro che in meglio. Reggio e provincia non rappresentano l’eccezione. Lo spaccato che emerge dal territorio, che quotidianamente “battiamo”, è intriso di piccoli, grandi drammi personali e familiari, ai quali solo in parte si forniscono risposte adeguate. L’equità, la sobrietà, la solidarietà, rimangono sovente lettera morta, mere enunciazioni di principio. Gli amministratori della res pubblica, la controparte datoriale, i corpi intermedi della società, sono (siamo) chiamati ad un cambio di passo, che riporti l’uomo al centro, pena l’implosione! I messaggi quaresimali dei vescovi di Reggio Calabria – Bova, mons. Mondello, e di Locri, mons. Morosini, ci rammentano, tra le altre cose, che è quanto mai necessario ed indifferibile “saper guardare l’altro in modo diverso per poterlo accogliere come fratello” e, cosa altrettanto importante, “educarci al Bene Comune, perché il benessere o è di tutti o non sarà di nessuno”. Ciascuno di noi, dunque, come si evince dal Documento conclusivo della 46° settimana sociale dei Cattolici italiani, può e deve divenire “a sua volta sale e luce per gli altri, in ogni ambiente di vita”.
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I messaggi quaresimali dei vescovi Mondello e Morosini ci indicano la rotta giusta. Serranò (Cisl): “L’economia al servizio dell’uomo e non viceversa. Siamo chiamati ad un cambio di passo”27/02/2012 | Domenico Serrano' | Comunicato