REGGIO CALABRIA – Nessuno tocchi la Scuola Etica e Libera “Don Milani” di Gioiosa Jonica. « Ci troviamo a commentare un paradosso – esordisce Paolo Cicciù, presidente provinciale e consigliere nazionale CSI – una scuola antimafia messa all’asta dalla Regione per fare cassa. Come Centro Sportivo Italiano, unitamente a Libera, abbiamo sposato dal primo giorno l’iniziativa di Ciccio Rigitano e dei suoi ragazzi: un barlume di speranza, un avamposto di legalità, che non può essere spento, anzi che va difeso ed incentivato ». Ricostruendo i fatti, il progetto “Don Milani” ricade su un terreno che è di proprietà dell’Arssa, l’agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura, sul quale sono state costruite aule ricreative e formative, campi da gioco e un parco per i più piccoli. Oggi l’Arssa richiede all’Associazione, composta da volontari, 186 mila euro per l’acquisto del terreno. Sembra tutto lineare se non ché la struttura è stata costruita su un terreno “di nessuno”: infatti, solo dopo la fine dei lavori (2003) la Provincia di Reggio Calabria comunica che la proprietà giuridica è a carico della Regione. Addirittura nel 2005 e nel 2007 è lo stesso Ente regionale a cofinanziare l’ultimazione dei lavori per la struttura che adesso si richiede sia “riscattata”. Ad una cifra esorbitante, quei 186 mila euro che la “Don Milani” non dispone e che, al momento, non può essere nemmeno pagata con un mutuo, perché manchevole di copertura a garanzia patrimoniale.
Una beffa, insomma. « Non appena il nostro consigliere provinciale CSI, Rigitano, nonché presidente del “Don Milani” – prosegue Cicciù – mi ha riportato questa situazione abbiamo attivato una linea diretta con Roma e la nostra presidenza nazionale. Massimo Achini, presidente nazionale CSI, sta già predisponendo un interrogazione alla giunta CONI, certo che il Presidente Malagò sarà sensibile alla questione. Il nostro impegno è quello di portare questa storia e valorizzarla come idea pilota nazionale al meeting CSI di Assisi, il più grande momento di “mobilitazione dello Sport etico” promosso di concerto con stakeholders del settore, quali il Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili e la Gazzetta dello Sport ». Un “portare alla ribalta”, quello che non deve diventare l’ennesimo caso: un progetto cofinanziato negli anni da diversi Ministeri e dagli Enti Locali che adesso deve pagare per restare in casa sua. « Chiediamo ai responsabili – afferma Cicciù – perché tutto questo? Se, facendo nostre le parole di don Milani, non è il caso di fare cose diseguali fra soggetti diversi. La Scuola Etica e Libera perché deve essere costretta a chiudere battenti? La spending review deve per forza di cose rivalersi suoi più deboli, facendo un distinguo tra i più poveri dei poveri? La politica deve darci risposte, in tempi brevi. E a chi sta a cuore la crescita del territorio deve fare quadrato e far sentire la propria voce: non possiamo fermarci ai crocicchi delle strade ad aspettare, dobbiamo decidere con chi schierarci ». La Scuola Calcio “Don Milani”, autorizzata dalla Prefettura di Reggio Calabria per una settennale gestione delle attività di promozione sociale, conta 200 ragazzi dai 6 ai 13 anni. « Vogliamo chiarezza – conclude Cicciù – per una realtà positiva e propositiva della nostra provincia. Ed in tempi brevi: gli stessi che sono occorsi per recapitare una notifica, quella del “o paghi o ti sfratto”, che stante questi termini risuona come l’ennesimo colpo basso inferto al mondo dello Sport e del Sociale dalla classe dirigente e politica che ci amministra ».