GIOIA TAURO -C’è un porto che sta spegnendosi lentamente. Al di là dei facili proclami e delle roboanti promesse che periodicamente vengono fuori, lo scalo di Gioia Tauro sta progressivamente perdendo terreno nella competizione globale ed i numeri dimostrano impietosamente che lo scalo dal 2011 è in costante stato crisi e la situazione sta addirittura peggiorando con un livello di volumi di contenitori movimentati che ha toccato il minimo storico. E questo è testimoniato dal fatto che Medcenter Container Terminal Spa il 29 luglio u.s. ha richiesto per il quinto anno consecutivo la Cassa Integrazione Straordinaria per 353 unità lavorative senza alcuna prospettiva di un riassorbimento del personale al termine della procedura.
L’assenza totale di concretezza sta affossando le speranze non solo del porto di Gioia Tauro ma di un’intera Regione che da uno sviluppo organico di tale infrastruttura avrebbe potuto giovare in termini di occupazionali e di rilancio economico. Si assiste, al contrario, ad un’impasse inaccettabile, forse voluta, con il commissariamento infinito dell’Autorità Portuale e con la riproposizione di ricette decotte come la ZES i cui tempi di realizzazione non coincidono assolutamente con il tempo a disposizione del porto. Infatti, dal 27 giugno 2013 data in cui stato comunicato alla Presidenza del Senato della Repubblica il Disegno di Legge d’iniziativa del Consiglio Regionale della Calabria n. 894 per l’Istituzione di una Zona Economica speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro della stessa non si hanno ulteriori notizie.
Non è possibile attendere oltre. E’ il momento di scendere in campo per chiarire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che a Gioia Tauro esiste un’infrastruttura dalle enormi potenzialità collegata con i maggiori porti del pianeta e che viene tenuta ai margini probabilmente da interessi economici che non coincidono con il bene della Calabria. E’ ora di fare chiarezza. I politici calabresi ad ogni livello devono, una volta per tutte, pretendere che sul porto vengano operate delle scelte strategiche per il suo pronto rilancio puntando sullo sviluppo reale dell’intermodalità e su una necessaria diversificazione delle attività portuali, esigendo, contestualmente dai terminalisti formali impegni su investimenti e prospettive per il futuro.
Occorre, dunque, una forte mobilitazione del territorio calabrese per urlare tutto il dissenso rispetto ad uno stato di fatto che vede la nostra regione soccombere a causa di scelte errate e completa assenza di programmazione. La manifestazione di sciopero indetta dalla nostra O.S. per il 22 agosto p.v. diventa, pertanto, l’occasione giusta per reclamare impegni tangibili sul porto di Gioia Tauro. A tal fine invitiamo tutte le forze sociali, politiche, sindacali ad essere presenti al sit-in organizzato davanti al gate d’ingresso del porto di Gioia Tauro a partire delle ore 11. 00 del 22 agosto p.v. per discutere insieme di tutte le problematiche che soffocano lo sviluppo dello scalo. Soltanto uniti possiamo vincere questa partita che vale, senza voler essere retorici, la sopravvivenza non solo del porto di Gioia Tauro ma dell’intera Calabria.