REGGIO CALABRIA – Non posso che registrare positivamente la decisione del Consiglio dei Ministri relativa al Comune di San Lorenzo che era stato messo sotto la lente d’ingrandimento dell’Ufficio Territoriale di Governo con l’invio di una Commissione di accesso agli atti. Dal sito del Ministero dell’Interno, infatti, si apprende che “non sussistono i presupposti per lo scioglimento o l’adozione dei provvedimenti previsti e per tale motivo si decreta il procedimento avviato nei confronti del Comune di San Lorenzo concluso”. Accogliendo positivamente la notizia, mi auguro che questa sia l’occasione per un ripensamento complessivo rispetto al ricorso continuo all’istituto dello scioglimento dei consigli comunali in riferimento al quale ho, più volte, evidenziato le mie profonde perplessità specie per l’inefficacia di tale strumento sotto il profilo del contrasto alla criminalità organizzata.
Basti pensare come sono diversi i comuni in cui il provvedimento, nel corso di pochi decenni, è stato reiterato. Pertanto, a prescindere dal mancato scioglimento del comune di San Lorenzo e degli altri comuni che verranno monitorati, non si può che prendere in considerazione, già da parte del governo attualmente in carica, la necessità di rivisitare una norma ormai anacronistica. E’ il tempo di riflettere sul fatto che un consiglio comunale, democraticamente eletto dal popolo sovrano, non può essere “tranciato” ma vanno invece individuate precise responsabilità, come avviene in materia penale, di carattere esclusivamente personale, contribuendo in modo efficace ad epurare le amministrazioni da eventuali “pecore nere” presenti. Tale privazione della democrazia ha invece solo danneggiato i territori colpiti ed in particolare quello “Grecanico”.
In quest’ultimo caso, pur non avendo mai nutrito dubbi circa la moralità del sindaco Sapone e della sua giunta, la cadenza con cui negli ultimi anni sono stati decretati gli scioglimenti, ci aveva indotto a pensare che, quasi come una sorta di automatismo, il Ministero dell’Interno anche in questa occasione avrebbe proposto la solita soluzione repressiva. Pertanto, con maggiore soddisfazione registriamo che l’Area Grecanica può contare ancora su un’amministrazione democraticamente eletta, prendendo atto che per la prima volta, negli ultimi anni, in provincia di Reggio Calabria, lo Stato non ha usato la scure ma ha valutato con ponderazione le risultanze dell’indagine dei Commissari Prefettizi. Al contempo però occorre prendere atto dei danni economici e sociali derivanti dagli “scioglimenti” sin qui disposti che purtroppo nessuno potrà cancellare.