“IL PROBLEMA ATTUALE non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia”: prendendo spunto da questa frase pronunciata da una persona che ha tutta la mia stima, penso ci sia tanto da riflettere. Ed anche in questo caso, la base della riflessione dev’essere la mistificazione delle parole. Mi spiego meglio: è ancora più grave il fascismo nella democrazia rispetto al fascismo conclamato, ufficializzato, perché quest’ultimo, pur nella sua aberrazione, “rispetta” il significato autentico della parola: fascismo= dittatura, non riconoscimento delle libertà fondamentali dell’uomo. E poiché ne conosciamo il significato, possiamo mettere in atto tutti i sistemi difensivi di cui siamo capaci. Altra cosa, invece, è il fascismo nella democrazia che, ammantandosi di parole ed espressioni dall’accezione positiva quali libertà di pensiero, di parola, uguaglianza, riconoscimento di diritti, partecipazione, e ricorrendo a tecniche comunicative e giochi di potere subdoli, nella forma ma non nella sostanza, corretti, mistificano la realtà e la verità delle cose e dei fatti.
Come si riconoscono questi mistificatori? Generalmente occupano posti di potere oppure tendono, magari dopo tanta gavetta servilistica, ad occuparli. Come difendersi? Inchiodandoli alla loro miserevole condizione, che deve essere smascherata da chi conosce ed utilizza la parola in modo onesto, vero, non mistificato. Restando nel terreno linguistico della parola e della comunicazione, e tralasciando altri aspetti iconicamente più appariscenti quali la mimica gestuale o il tono della voce, elementi riconoscibili di fascismo camuffato di democrazia possono essere: l’eccessiva pacatezza e freddezza nel parlare come segnale di superiorità comunicativa o, al contrario, l’aggressività verbale anche quando non necessaria, il ricatto velato, l’excusatio non petita, l’utilizzo ossessivo di parole quali trasparenza, rispetto delle idee altrui, partecipazione democratica ecc. ecc. E’ facile riconoscerli, basta un po’ di esperienza nei rapporti sociali e lavorativi e, soprattutto, basta saper rappresentare la realtà attraverso la parola, questa magica entità, che racchiude il mondo, il mondo della verità.