POLISTENA – “Il lavoro del poeta-scrittore. Il lavoro del critico. La cultura di fronte all’ emigrazione”: questo il titolo dell’importante manifestazione che si è tenuta a Polistena, il 9 aprile, all’Auditorium comunale. Si è trattato di un incontro con autorevolissimi protagonisti del mondo artistico-letterario, accademico e culturale in genere. Dante Maffìa, Rocco Paternostro, Carmine Chiodo, Nunzia Pasturi, Vincenzo Gentile, Filippo Antonio Corea, hanno saputo intrecciare, armoniosamente, temi e storie. La poesia, che squarcia ed illumina, la parola che “crea regni e li dissolve”, la sintesi-fusione della poetica dell’artista e della poetica del lettore che diventa, in tal modo, cosa altra, l’analisi critica di alcuni testi del grande poeta-scrittore Dante Maffìa. E poi storie, di emigrazione, di tragedie – come quella di Monongah, in cui persero la vita molti migranti calabresi – di perdita d’identità, di “restanza”, di chi è rimasto, spesso donne, e della loro attesa, non passiva, ma decisiva. Atmosfera coinvolgente sempre, specie quando, a prendere la parola, sono stati gli studenti, con le loro domande, e quando, con le loro risposte, i relatori hanno catturato l’attenzione della platea.
Momenti come questi segnano il percorso scolastico e di vita di questi nostri ragazzi, sempre più bisognosi di Verità e di Bellezza. Così come di questi momenti godono anche gli adulti, che hanno a cuore la loro formazione, sempre più minacciata da modelli di vita devastanti e fuorvianti. Io credo che un’altra bellissima pagina, al pari di quella dello scorso anno, sia stata scritta nella storia della mia scuola. Grazie a Dante, per la sublimità della sua poesia, e per il sobbalzo dei nostri cuori alla lettura dei suoi versi, che impregnano le carni e lo spirito, e di quelli di Rocco, armoniosi ed incalzanti, della prima delle sue “Sette visioni”. Grazie a Rocco, per le straordinarie doti di sensibilità e di profonda umanità, per la sua cultura eccezionale, per il suo intimo spirito poetico ed evocativo. Grazie a Carmine, per l’alto contributo che dà alla Letteratura e per la sua immediata, gioviale e disarmante simpatia, subito colta ed apprezzata dai ragazzi. Grazie a Nunzia, per la solarità e la competenza, e per avere sottolineato il ruolo delle donne, protagoniste, sempre, della storia e dei sentimenti del mondo, oltre che custodi fiere e tenaci di una civiltà fatta di affetti, pietas, solidarietà. Grazie ad Antonio, per la sua poesia semplice e genuina, per la sua testimonianza di vita, che è invito a restare. Grazie a Vincenzo, per l’amore per la propria terra, per l’appassionata ricerca della verità storica, per il bellissimo libro che ha scritto, “La Calabria strappata”.