Il Partito Comunista Italiano sostiene la lotta dei lavoratori del porto di Gioia Tauro contro i licenziamenti annunciati di circa 500 lavoratori. Una nuova beffa dopo l’incredibile cancellazione dell’investimento riguardante la realizzazione di una fabbrica di autovetture che doveva dare occupare 800 persone, nel silenzio connivente di Renzi e Oliverio.
A Gioia e alla Calabria non servono le passerelle del PD, come quella avvenuta ieri a Reggio Calabria, per celebrare patti capestro che sanciscono solo lo scippo di decine di miliardi di euro destinati al Sud e alla Calabria e il loro spostamento al Nord, ma politiche industriali serie e programmi di sviluppo e di investimento pubblici per garantire i livelli occupazionali e per creare nuova occupazione.
Bisogna finalmente prendere atto che il modello economico di capitalismo selvaggio dominante negli ultimi decenni non ha prodotto nè progresso nè crescita, ma solo impoverimento,disoccupazione, precarietà e abbandono del Mezzogiorno.
Occorre, dunque, una svolta profonda garantendo la centralità dell’intervento pubblico nei settori strategici per l’economia nazionale, come il Porto di Gioia Tauro che rappresenta il più importante porto di transhipment del Mediterraneo e non può essere lasciato alla mercè degli interessi mutevoli delle società di transhipment che lo gestiscono, che talvolta entrano in conflitto con quelli che sono gli interessi reali del porto di Gioia Tauro e dei lavoratori portuali.
Ci vuole un piano straordinario di investimenti pubblici per Gioia Tauro con una forte direzione pubblica e con l’obiettivo di rimettere mano al tema dell’interporto e della logistica. Inoltre, non si può non considerare fondamentale il recupero all’uso pubblico e produttivo di tutte le aree industriali, nelle quali doveva essere localizzata una rete di piccole e medie aziende che per tale scopo furono finanziate con un fiume di risorse pubbliche (vedasi legge 488, contratto d’area, ecc.) che sono finite ad ingrassare i patrimoni di imprenditori di rapina che si sono presi i soldi e hanno lasciato il deserto.
In tal senso, riteniamo che bisogna pensare ad una sorta di nuova IRI calabrese con sede a Gioia Tauro, dando centralità all’intervento dello Stato come garanzia della tutela degli interessi del porto di Gioia Tauro e della Calabria e come momento di salvaguardia e di crescita del lavoro e dell’occupazione.
I Comunisti saranno presenti con le loro bandiere rosse allo sciopero di 24 ore e alla manifestazione che si svolgerà Martedì 21 giugno e invitano tutti cittadini e i lavoratori della Piana e della Calabria a mobilitarsi e a partecipare perchè il futuro del porto di Gioia Tauro è fondamentale per dare un futuro diverso alla Calabria.