• Il porto di Gioia Tauro si consolida, ma quando si uscirà dalla crisi? Calogero (Cgil): “Obiettivo resta la fine della cassa integrazione”
    24/01/2013 | Antonino Calogero, segretario generale Cgil Gioia Tauro | Comunicato

    GIOIA TAURO – Il susseguirsi di notizie, ormai confermate, che indicano un andamento di stabilità e di crescita per i traffici del porto di Gioia Tauro, ci portano a riflettere su quando potranno vedersi le prime luci di uscita da una crisi difficile e complicata. E’ormai consolidato che l’indice di mantenimento è servito ad avviare una fase di graduale beneficio per le imprese di rizzaggio. E’ questo, in termini di risultato, quello più apprezzabile. Pensiamo pure che si poteva fare un ulteriore sforzo per avviare un processo di graduale riduzione dell’utilizzo generale della cassa.

     

    Sotto questo profilo non ci riteniamo ancora soddisfatti e crediamo che presto debba aumentare il rientro dei lavoratori a regime. Quello dell’azzeramento della cassa, attraverso il graduale rieserimento dei lavoratori, non è solo l’auspicio della Cgil, ma deve essere l’impegno del lavoro di tutti. Ciò serve alla tasche dei lavoratori e delle loro famiglie, in generale all’economia del territorio e per la ripresa della crescita del Paese. Se le condizioni non sono ulteriormente migliorate e la fiducia nel rilancio non è ancora alta dipende dalla ragione che i risultati odierni sono da riconoscere al senso di responsabilità e al solo impegno dei lavoratori, oltre che alla capacità della Mct di aver saputo attuare un piano utile, ma purtroppo solo “difensivo”. Il tutto dentro uno scenario di assoluto abbandono da parte della Regione Calabria che ha brillato solo per vigorosa e vuota propaganda; nell’assenza completa del governo nazionale.

     

    Serve, perciò, da subito, chiamare a responsabilità il terminalista e la politica affichè questo processo virtuoso produca le sue ricadute positive. Se non oggi ci chiediamo quando si debbano realizzare tutte le condizioni per favorire la crescita competitiva della qualità delle attività del terminal con interventi aziendali e investimenti che vadano oltre la produttività delle sole braccia di chi lavora e sappiano continuare a garantire al mercato mondiale l’offerta migliore. La politica deve andare oltre i proclami,le promesse, credere e spendersi nell’intermodalità e nella logistica; riprogrammare uno sviluppo integrato e a sistema che è anche un’ urgenza per l’economia sempre più povera della nostra terrà. Possiamo ancora accettare di veder morire giorno per giorni il sogno Gioia Tauro e farsi che le immense aree industriali servano solo come paracadute per i disastri umanitari. Peggio ancora, è assurdo che un Governo che non fa, non vede e non sente alla fine sceglie il contrario dei bisogni ; cioè invece di abrogare, aumenta del 30% le tasse di ancoraggio e questo disincentiverà i vettori.

     

    Non vogliamo essere complici di decine e decine di capannoni vuoti testimonianza delle copiose truffe 488 e simili consumate ai danni del pubblico. Oramai, come Cgil, denunciamo queste vergogne, ma pensiamo che la regione e la provincia per evitare una situazione di non ritorno debba subito convocare imprese e sindacati per monitorare quanto sta avvenendo, informare su tempi e iniziative intraprese e dare fiducia affinchè, ad esempio la richiesta, nei mesi scorsi Zes (Zona Economica Speciale ) abbandonata a se stessa non diventi un’altra bufala come sta per esserlo l’Apq ricordate i 500 milioni cosa hanno prodotto?