REGGIO CALABRIA – “Il modello di solidarietà sull’accoglienza agli immigrati imposto al Paese dal Governo di Matteo Renzi rischia di creare nuove e più accentuate forme di povertà nel Mezzogiorno, soprattutto in Calabria, regione alle prese con l’emarginazione e il sottosviluppo”. Lo afferma il presidente della Provincia di Reggio Calabria. Sul tema, Giuseppe Raffa ricorda che “ in questa parte geografica della Penisola la crisi economica nega ai cittadini finanche il diritto al soddisfacimento di quei bisogni elementari sanciti dalla Costituzione. Alla povertà dei suoi abitanti, i nuovi sbarchi aggiungono altre forme di indigenza in una sorta di coabitazione forzata tra disperati. Tolleranza e solidarietà, valori genetici della civiltà magnogreca, fino ad oggi hanno agevolato la convivenza tra persone diverse per cultura e religione. La previsione dello sbarco di altre decine di migliaia d’immigrati – dice ancora Raffa – provoca il timore di un collasso al sistema dell’accoglienza e l’ esigenza di far ricorso a strutture pubbliche, come le scuole e gli impianti sportivi (già precari ed oggi ridotti al collasso), costringendo la popolazione residente a ulteriori disagi e nuovi sacrifici.
La stessa rete ospedaliera e le strutture sanitarie, sempre più interessate alla strategia del rientro dal debito, saranno sottoposti a spese aggiuntive per l’assistenza a quanti prima della fuga in Europa vivevano in territori dalle precarie condizioni igienico – sanitarie. Difficile che i comuni, già duramente provati dai continui tagli ai trasferimenti statali, possano far fronte a nuove spese, soprattutto perché i loro bilanci, sempre più in rosso, riescono appena a garantire i servizi essenziali. La Calabria e il reggino, tra l’indifferenza della classe politica nazionale, continuano ad essere sempre più lontani dall’Europa. Tutto ciò – sempre secondo il Presidente – non sembra preoccupare élites di potere, impegnate come sono a trovare aree di parcheggio in Calabria per quei disperati che, attratti dal modello occidentale, si riversano sulle nostre coste. La solidarietà è una cosa, ma i sacrifici imposti alle nostre comunità dall’impotenza o dall’incapacità del Governo centrale di farsi ascoltare in Europa, sono tutt’altro. Il momento è difficile perché il dilatarsi dei confini della solidarietà potrebbe avere ripercussioni sulla democrazia e, ovviamente, sullo stato sociale che deve fare i conti con il capitalismo finanziario e la subalternità di stati e governi ai mercati e alle borse.
Finiamola con le ipocrisie: non basta parlare di accoglienza quando, nei fatti, rimaniamo vittime dei nostri egoismi e dell’impossibilità di gestire un sistema tarato per affrontare emergenze meno drammatiche dall’attuale. Ed ancora : “I nuovi sbarchi creerebbero grossissime difficoltà economiche e organizzative a piccoli e grandi comuni. Ritengo, pertanto, che le decisioni su quest’emergenza senza fine debbano diventare, innanzitutto, materia di concertazione tra i sindaci, gli altri enti locali territoriali e la prefettura, quindi condivise proporzionalmente per limitare disagi alle popolazioni meno abbienti. Per l’ospitalità, ad esempio, potrebbero essere utilizzati i beni confiscati alla criminalità organizzata o quelle strutture pubbliche che al momento sono chiuse o prive di destinazione. E penso, anche, a fondi statati, immediatamente disponibili, da trasferire ai comuni per affrontare l’emergenza, liberando così i bilanci degli enti da qualsiasi, anche se temporaneo, gravame”. “La politica dell’accoglienza – termina il Presidente dell’Ente intermedio – non può essere improvvisata, soprattutto perché l’emergenza dura ormai da tanti anni.
Il governo in carica, che non riesce a farsi ascoltare dai partner europei, appare incapace di varare un piano nazionale in grado di garantire sicurezza ai territori e dignità a quanti sbarcano sulle nostre coste per poi raggiungere il cuore del Vecchio continente. L’Europa delle banche, così come il nostro Premier, dovrebbero ricordare quanto scriveva Montesquieu più di due secoli fa: “Qualche elemosina fatta a un uomo nudo per le strade non basta ad adempiere gli obblighi dello Stato il quale deve a tutti i cittadini la sussistenza assicurata, il nutrimento, un abbigliamento decente , e un genere di vita che non sia dannoso alla salute. Questo ovviamente riguarda anche chi, provvisoriamente, dimora sul territorio italiano”.